Sono stati presentati gli ultimi dati sulla produzione industriale in Lombardia: nelle incertezze, il tessuto economico resta solido e in crescita

Sono stati presentati in queste ore gli ultimissimi dati sull’andamento della produzione industriale in Lombardia riferiti al secondo trimestre dell’anno che stiamo attraversando e che sembrano dimostrare una positiva crescita e un consolidamento della solidità dell’intero sistema manifatturiero: alla presentazione dei dati elaborati dell’Osservatorio di Unioncamere Lombardia erano presenti – tra gli altri – l’assessore Guido Guidesi, il presidente di Unioncamere Gian Domenico Auricchio, il presidente della Confindustria lombarda Giuseppe Pasini e il collega di CNA Giovanni Bozzini



Partendo proprio dai dati presentati, salta immediatamente all’occhio – da un lato – quella crescita dello 0,4% della produzione industriale nella regione Lombardia e – dall’altro lato – il contestuale aumento dello 0,5% nel fatturato complessivo rispetto al trimestre precedente; mentre i due dati diventano lo 0,6% e l’1,4% se li compariamo al medesimo periodo dello scorso anno, rendendo la crescita ancora più importane dopo alcuni mesi di stagnazione.



I comparti che mostrano dati migliori in Lombardia sono – sempre secondo i dati di Unioncamere – quelli relativi alla produzione di minerali non metalliferi con una crescita del 7 per cento, all’abbigliamento e alle pelli e calzature; mentre dall’altra parte della classifica troviamo il settore tessile, la produzione di gomma e plastica, quella della carta e i mezzi di trasporto che non hanno potuto godere della spinta della domanda estera che si rileva nei settori con le performance migliori.

Proprio dli ordini esteri hanno permesso, con un aumento del 3,8% e un fatturato che resta ancora fermo ad appena il 6,8 per cento rispetto al totale, la ripresa dell’artigianato della Lombardia; mentre tra gli altri dati positivi spiccano sicuramente la diminuzione del ricorso alla cassa integrazione, l’aumento dello 0,3% dell’occupazione e – come vero e proprio “driver” della crescita del semestre – l’aumento dello 0,5% della domanda da parte dei consumatori interni.



Guido Guidesi: “Bene i dati della produzione in Lombardia, ma le imprese vogliono maggiore fiducia nel futuro”

Alla presentazione dei dati che abbiamo appena evidenziato – come dicevamo anche in apertura di questo articolo – era presente l’assessore allo Sviluppo economico della Lombardia Guido Guidesi che ha parlato di una situazione “molto positiva” per le imprese lombarde, pur sostenendo l’importanza che ora si consolidi “la ripresa” nella speranza di un miglioramento della “situazione geopolitica internazionale” per riuscire a creare una maggiore “fiducia nel futuro“.

Guido Guidesi, assessore allo Sviluppo Economico di Regione Lombardia e Presidente dell’ARA

Dal conto suo, invece, il presidente di Unioncamere Lombardia Gian Domenico Auricchio ha voluto ricordare che a livello internazionale persistono numerose “criticità” alle quali le imprese sono “chiamate a rispondere“; e lodando “il tessuto imprenditoriale solido” della regione che ha saputo dare “nuovo impulso alla crescita“, ha anche ricordato che ora servono “ulteriori sforzi” affinché le imprese possano lanciarsi sui “mercati esteri“.

Lodevole – in questo caso secondo il presidente di Confindustria Lombardia Giuseppe Pasini – la capacità delle imprese meneghine di posizionarsi in “controtendenza rispetto all’andamento nazionale ed europeo” in uno scenario complesso e mutevole, esordendo poco dopo i decisori politici affinché si trovino rapide e chiare soluzioni al “nodo del caro energia e della sicurezza energetica” per restituire “competitività (..), stabilità e certezze” alle imprese, oltre che “centralità economica e politica” all’intera Europa.

Infine, il presidente di CNA Lombardia Giovanni Bozzini non ha nascosto il “fisiologico calo della fiducia” e la “preoccupazione” che accompagnano questa particolare “stagione geopolitica” e che si riflettono soprattutto sull’artigianato della Lombardia; parlando poi favorevolmente della “tenuta degli ordinativi” per le imprese più strutturate ed evidenziando una certa “preoccupazione” nella “fragilità del mercato” per quelle più piccole.