La famiglia di Lorenzo Verna, il quindicenne milanese morto lo scorso giovedì sera mentre giocava a calcetto con gli amici a Francavilla al Mare (Chieti) dove era in vacanza, non si dà pace. “Vogliamo capire cosa è successo, lo dobbiamo a noi e a tutti quelli che amavano Lorenzo”, commenta il padre Corrado. In una intervista al quotidiano Corriere.it, alla vigilia dei funerali in programma per questo pomeriggio, il padre ha rivelato un episodio precedente alla morte del 15enne. “Mio figlio si era sentito male a Milano ad aprile, mentre giocava nel campo dell’istituto Zaccaria con gli ex compagni della scuola media che aveva frequentato”, ha spiegato l’uomo. Nonostante fosse stato portato in ospedale e tenuto sotto osservazione per una notte intera, nessuno comunicò alla famiglia che Lorenzo era affetto da una malformazione alle coronarie. “Mi è stato riferito anche che in quell’occasione è stato sottoposto a tutti gli esami di rito, a questo punto andrò a vedere le cartelle cliniche per capire cosa è accaduto e come mai non c’era un cardiologo a prescrivere un esame più approfondito”, ha aggiunto.
LORENZO VERNA, MORTO GIOCANDO A CALCETTO: I DUBBI DEL PADRE
Prima dell’episodio di aprile non c’era stata alcuna altra avvisaglia. “Lorenzo era un atleta, giocava a calcio da sempre, quando era con la palla tra i piedi si sentiva bene, ma praticava anche altri sport come lo sci e il karate. Faceva controlli, anche autonomamente. Aveva giocato con varie squadre, come l’Ausonia, e a settembre avrebbe dovuto iniziare l’agonismo con la Calvairate”, ha aggiunto il padre Corrado. Lo avevano persino contatto dalla Juventus, ma il giovane aveva rinunciato per restare nelle squadre satellite dell’Inter. La vicenda, a detta del genitore, si caratterizza ancora di altri punti oscuri: “Vorrei capire se, diagnosticando in tempo la sua patologia, Lorenzo si sarebbe potuto salvare. Vorrei anche sapere perché, al di là dei soccorsi prestati nell’immediatezza, mio figlio non è stato trasportato subito in ospedale. Da quello che sappiamo, è trascorsa quasi un’ora dal malore all’arrivo a Chieti”. L’ultima volta che ha sentito il figlio era stato il giorno precedente alla sua morte. Ora il padre intende creare un’associazione che, nel nome del figlio Lorenzo, aiuti altri ragazzi come lui.