• Iscriviti alla Newsletter
  • Accedi
  • Registrati
IlSussidiario.net
  • In primo piano
    • Ultime notizie
    • Cronaca
    • Politica
    • Economia e finanza
    • Sanità
    • Cinema e Tv
    • Calcio e altri Sport
  • Sezioni
    • Cultura
    • Energia e Ambiente
    • Esteri
    • Impresa
    • Lavoro
    • Educazione
    • Musica e Concerti
    • Motori
    • Scienze
    • Hi-Tech
    • Sanità, salute & benessere
    • Donna²
    • Milano
    • Roma
    • Oroscopo
    • Turismo e Viaggi
    • Sanremo
    • Meeting di Rimini
    • Sostenibilità e Sussidiarietà
    • Food
    • Chiesa
    • Trasporti e Mobilità
    • Osservatorio sull’informazione statistica
    • Tags
  • Approfondimenti
    • Rubriche
    • Dossier
    • Speciali
  • Riviste
    • Emmeciquadro
  • Firme & Multimedia
    • Autori
    • Intervistati
    • Editoriale
    • Foto
  • Feed Rss
  • Donazione
    • Sostieni ilSussidiario.net
IlSussidiario.net
  • Video
  • Cronaca
  • Politica
  • Sanità
  • Economia
  • Sport
  • Turismo
  • Chiesa
  • Video
  • Cronaca
  • Politica
  • Sanità
  • Economia
  • Sport
  • Turismo
  • Chiesa
IlSussidiario.net
IlSussidiario.net

Home » Sanità, salute e benessere » LOTTA AL FUMO/ “I dati parlano chiaro, l’Ue non può mettere le e-cig al pari delle sigarette tradizionali”

  • Sanità, salute e benessere
  • Europa
  • Politica
  • Economia e Finanza

LOTTA AL FUMO/ “I dati parlano chiaro, l’Ue non può mettere le e-cig al pari delle sigarette tradizionali”

Int. Fabio Beatrice
Pubblicato 14 Luglio 2025
sigarette elettroniche

Il fumo delle sigarette elettroniche (ANSA-EPA 2025)

Fabio Beatrice è firmatario di un appello alla UE sulla lotta al fumo: le sigarette senza combustione permettono di ridurre il rischio

Il mondo scientifico ha prodotto decine di studi che dimostrano l’efficacia delle sigarette elettroniche nell’ambito di una strategia di riduzione del rischio nel campo del tabagismo. Non sono la soluzione del problema, ma, di fronte ai fallimenti delle politiche finalizzate a far smettere i fumatori che usano sigarette tradizionali, costituiscono uno strumento da prendere in considerazione per le politiche sanitarie europee.


Farmaci obesità, le linee guida Oms/ "Diminuire prezzi e garantire accesso alle terapie nei paesi poveri"


Lo spiega Fabio Beatrice, primario emerito dell’ospedale San Giovanni Bosco di Torino, firmatario di un appello all’UE per chiarire che i prodotti senza combustione non possono essere messi sullo stesso piano delle sigarette usate abitualmente. I dati scientifici che indicano come agire ci sono, tocca ai livelli decisionali impostare nuove politiche per la riduzione del fumo.


Regione Lombardia: 1,4 milioni di euro per i pazienti oncologici/ Fondi per parrucche, protesi e trattamenti


La Commissione europea, intanto, prepara una riforma della tassazione su prodotti del tabacco, sigarette elettroniche, bustine di nicotina, con accise a +139% per le sigarette e +1.090% per i sigari e di 15 miliardi di euro di entrate fiscali per la UE. L’impatto medio sui prezzi sarebbe superiore al 20%: in Italia un pacchetto di sigarette costerebbe oltre un euro in più. Tra gli stati contrari spiccano Svezia, Italia, Grecia, Romania e Bulgaria.

Professore, nell’appello che Lei ha sottoscritto alla Commissione UE si chiarisce che l’equiparazione tra sigarette tradizionali e prodotti senza combustione non è sostenuta dalla scienza. Perché è fondamentale che l’Europa riconosca chiaramente tale distinzione?


Eli Lilly, bilanci "gonfiati" dai farmaci anti-obesità/ Mercato esplode: la "guerra" è appena cominciata


Già dieci anni fa, nel 2015, una ricerca indipendente pubblicata dall’Istituto Superiore di Sanità italiano con esperti dell’ASL Città di Torino anticipava ciò che oggi è validato con ampio margine consolidato di certezza. Lo studio pilota confermava che il passaggio di forti fumatori alla sigaretta elettronica comportava una normalizzazione dei valori del monossido di carbonio (CO) espirato (il maggiore target clinico della combustione), a fronte di un consumo invariato di nicotina.

Sempre nel 2015 il Ministero della Salute della Gran Bretagna pubblicava i risultati di una revisione indipendente curata da Ann McNeill del King’s College of London e da Peter Hajek della Queen Mary University of London, nella quale si esaminavano i consumi di 2,6 milioni di adulti che utilizzavano sigaretta elettronica. Emergeva con certezza che il fumo elettronico era del 95% meno tossico del fumo di sigaretta e che metà della popolazione non aveva capito che la tossicità del fumo elettronico e le percentuali di arruolamento dei giovani erano bassissime, intorno all’1%.

Contenuti che vengono confermati anche da altre ricerche?

Nel 2018 una ricerca indipendente pubblicata da Mallock e Coll su *Arch. Toxicol.* confermava che, per il tabacco riscaldato, i livelli dei principali carcinogeni erano notevolmente ridotti rispetto alla tradizionale sigaretta. Nel 2022 una revisione Cochrane (la più importante rivista indipendente al mondo di revisione scientifica) riportava una rigorosa selezione di 78 studi (di cui 40 randomizzati) con oltre 22 mila partecipanti, producendo prove che le sigarette elettroniche con nicotina aumentavano i tassi di cessazione rispetto alla nicotina erogata in formato farmacologico.

Risultati simili per studi pubblicati nel 2023 su *Nature Medicine*, nel 2024 su *JAMA* e altri usciti sul *New England Journal of Medicine* e *Lancet*. Nel 2025, sulla più importante rivista al mondo specializzata nelle dipendenze, *Addiction*, veniva pubblicata
una revisione sistematica di 126 studi che dimostrava come la popolazione che usava sigaretta elettronica smetteva più facilmente di chi non la usava. Lavori pubblicati al massimo livello internazionale secondo criteri di indipendenza ed oggettività. Viene da chiedersi perché questi dati non giungono a chi deve decidere.

Nell’appello alla UE si legge che le differenze tra prodotti combustibili e non combustibili dovrebbero guidare le politiche europee sul fumo, accanto ai tradizionali principi di prevenzione e cessazione. Quali rischi concreti correrebbe l’Europa nel non adottare questa distinzione come base delle proprie politiche sanitarie?

Le differenze di tossicità tra i prodotti oramai sono evidenti con certezza e pure di grande dimensione. Mancano politiche di aiuto ai fumatori che fumano a causa della nicotina, ma si ammalano e muoiono per effetto della tossicità del fumo. I tentativi di cessazione, anche se sostenuti in conformità alle linee guida, sono in massima parte fallimentari: radicalizzarsi sulla cessazione vuol dire fallire.

Lei ha espresso preoccupazioni riguardo alle possibili conseguenze negative di politiche europee che tassano pesantemente i prodotti a nicotina più sicuri. Può illustrarci meglio questi rischi, inclusi quelli economici e sociali, e come potrebbero ostacolare gli obiettivi del Piano Europeo contro il Cancro che punta a ridurre drasticamente il fumo entro il 2040?

È facile prevedere che il Cancer Plan fallirà: sono delineati gli obiettivi, ma non i modi per raggiungerli con efficacia. E purtroppo il tabagismo ha un ruolo centrale nella eziopatogenesi di molti tumori, oltre che in altre patologie. Lo dicono anche gli editorialisti di *Nature*: bisogna coniugare politiche di blocco della iniziazione, sostegno alla cessazione e politiche di aiuto a chi non riesce a smettere o non vuole. La questione di fondo è spezzare la tossicità indotta dalla combustione per ridurre la mortalità.

Secondo l’appello dell’ETHRA, firmato anche da Lei, tassare eccessivamente i prodotti a nicotina più sicuri potrebbe incentivare fenomeni dannosi come il mercato nero e il ritorno dei consumatori al fumo tradizionale. È vero che il 60% degli attuali utilizzatori si rivolgerebbe al mercato illecito in caso di tassazioni elevate?

Chi non riesce a smettere torna certamente ai suoi consumi abituali di sigarette. In Paesi come l’Argentina, dove le sigarette elettroniche sono vietate, si assiste a un uso molto ampio di sigarette elettroniche prive di alcun controllo ed immesse illegalmente. Questo espone i consumatori a rischi gravi per la salute. In Europa, dove esiste un controllo meticoloso della qualità dei prodotti, l’uso della e-cig, come dimostra la grande esperienza della Gran Bretagna, non si correla a rischi significativi per la salute rispetto all’uso delle normali sigarette. La sigaretta elettronica non appartiene a uno stile di vita sano e sicuro, ma può determinare una svolta nella lotta al tabagismo.

L’appello sottolinea come un sistema fiscale ottimale a livello europeo dovrebbe rispettare i principi di proporzionalità, non discriminazione e alta protezione della salute umana. Come immagina una tassazione ideale che tenga conto di tutto questo?

Esiste l’esperienza della Svezia con l’utilizzazione dello snus in sostituzione delle sigarette. Negli ultimi 15 anni la Svezia ha ridotto i tassi di fumo dal 15% nel 2008 al 5,6% di oggi. Il tasso medio di fumo nell’UE è attualmente del 23%, quasi cinque volte superiore a quello della Svezia. In molti Paesi UE una persona su tre fuma ancora. Solo il 3% degli svedesi di età compresa tra 16 e 29 anni fuma, rispetto al 29% degli altri europei di età compresa tra 15 e 24 anni.

L’incidenza del cancro in Svezia è inferiore del 41% rispetto al resto dei suoi omologhi europei, corrispondente a un livello inferiore del 38% di decessi totali per cancro. Ventiquattro degli altri 27 Stati membri dell’UE hanno un tasso di mortalità correlato al tabacco due volte più alto o più alto della Svezia in relazione alle dimensioni della popolazione.

Nell’appello viene criticata duramente la dichiarazione del Commissario Europeo Hoekstra (“Smoking kills, vaping kills”), ritenuta fuorviante e dannosa. Come possono essere migliorate la consapevolezza e la qualità dell’informazione presso i decisori politici europei, affinché prendano decisioni fondate su evidenze scientifiche solide e aggiornate?

Perché non giungono all’attenzione dei decisori i lavori scientifici che contano? Certamente ci sono forti interessi politici ed economici di mezzo, e visioni che confondono il contrasto dell’iniziazione, che passa attraverso divieti e rispetto degli stessi, con le politiche efficaci di contrasto al tabagismo. Trattandosi di una dipendenza, in questi casi necessita mettere a punto politiche di aiuto ricevibili. Serve competenza e concretezza, e non ideologia. La questione ricorda molto da vicino le politiche di aiuto in tema di AIDS, dove siringhe monouso e i profilattici inizialmente non piacevano… poi, con l’aiuto non giudicante, abbiamo salvato tante vite.

L’appello auspica maggiore flessibilità per gli Stati membri nella definizione delle accise sui prodotti del tabacco e della nicotina, considerando la diversità dei contesti nazionali. In un Paese come l’Italia, principale produttore europeo di tabacco, quale importanza riveste tale flessibilità, e come potrebbe contribuire contemporaneamente a tutelare l’economia locale e a raggiungere gli obiettivi di salute pubblica?

Non sono un economista, ma una riduzione dei consumi dolce, che preveda una fase transitoria all’inglese con l’introduzione di consumi non combusti, può essere uno scivolo verso una riduzione della mortalità, ma anche verso una realistica e non utopistica e traumatica riconversione della produzione. I vantaggi per la salute pubblica sono evidenti, e tutti i Paesi che hanno adottato politiche di riduzione del rischio sono prossimi all’obiettivo fumo zero: Gran Bretagna, Nuova Zelanda e Svezia.

(Marco Tedesco)

 

— — — —

Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.

SOSTIENICI. DONA ORA CLICCANDO QUI


Ti potrebbe interessare anche

Ultime notizie di Sanità, salute e benessere

Ultime notizie

Gli archivi del canale di Sanità, salute e benessere

ilSussidiario.net

il Quotidiano Approfondito con le ultime news online

  • Privacy e Cookies Policy
  • Aiuto
  • Redazione
  • Chi siamo
  • Pubblicità
  • Whistleblowing
  • MOG 231/2001
  • Feed Rss
  • Tags

P.IVA: 06859710961

  • In primo piano
    • Ultime notizie
    • Cronaca
    • Politica
    • Economia e finanza
    • Sanità
    • Cinema e Tv
    • Calcio e altri Sport
  • Sezioni
    • Cultura
    • Energia e Ambiente
    • Esteri
    • Impresa
    • Lavoro
    • Educazione
    • Musica e Concerti
    • Motori
    • Scienze
    • Hi-Tech
    • Sanità, salute & benessere
    • Donna²
    • Milano
    • Roma
    • Oroscopo
    • Turismo e Viaggi
    • Sanremo
    • Meeting di Rimini
    • Sostenibilità e Sussidiarietà
    • Food
    • Chiesa
    • Trasporti e Mobilità
    • Osservatorio sull’informazione statistica
    • Tags
  • Approfondimenti
    • Rubriche
    • Dossier
    • Speciali
  • Riviste
    • Emmeciquadro
  • Firme & Multimedia
    • Autori
    • Intervistati
    • Editoriale
    • Foto
  • Feed Rss
  • Donazione
    • Sostieni ilSussidiario.net

Ben Tornato!

Accedi al tuo account

Password dimenticata? Sign Up

Create New Account!

Fill the forms bellow to register

All fields are required. Accedi

Recupera la tua password

Inserisci il tuo nome utente o indirizzo email per reimpostare la password.

Accedi
  • In primo piano
    • Ultime notizie
    • Cronaca
    • Politica
    • Economia e finanza
    • Sanità
    • Cinema e Tv
    • Calcio e altri Sport
  • Sezioni
    • Cultura
    • Energia e Ambiente
    • Esteri
    • Impresa
    • Lavoro
    • Educazione
    • Musica e Concerti
    • Motori
    • Scienze
    • Hi-Tech
    • Sanità, salute & benessere
    • Donna²
    • Milano
    • Roma
    • Oroscopo
    • Turismo e Viaggi
    • Sanremo
    • Meeting di Rimini
    • Sostenibilità e Sussidiarietà
    • Food
    • Chiesa
    • Trasporti e Mobilità
    • Osservatorio sull’informazione statistica
    • Tags
  • Approfondimenti
    • Rubriche
    • Dossier
    • Speciali
  • Riviste
    • Emmeciquadro
  • Firme & Multimedia
    • Autori
    • Intervistati
    • Editoriale
    • Foto
  • Feed Rss
  • Donazione
    • Sostieni ilSussidiario.net