La mamma di Luana D'Orazio, Emma Marrazzo, è tornata a chiedere che si introduca l'omicidio sul lavoro per garantire giustizia alle vittime
Si celebra proprio oggi il triste e doloroso anniversario – il quarto – della morte di Luana D’Orazio schiacciata a soli 19 anni dal rullo di un macchinario della fabbrica in cui lavorava manomesso per incrementarne (peraltro di pochissimo) la produttività: un caso che ha sconvolto l’Italia intera e che ha portato sua mamma Emma Marrazzo a promuovere una battaglia affinché si riducano a zero i morti sul lavoro, introducendo pene chiare e definitive che funzionino come deterrente; mentre proprio in occasione del Primo maggio si è tenuto a Montemurlo – paese in cui la ragazza viveva – l’inaugurazione di via Luana D’Orazio per commemorare la 19enne.
Partendo dal principio, è bene ricordare che Luana D’Orazio venne schiacciata da uno dei macchinari su cui lavorava – appunto – il 3 maggio del 2021 e dopo una lunga serie di indagini si è scoperto che al frantoio erano state rimosse (raccontava qualche giorno fa la madre a TgCom24) “tutte le sicurezze” per ottenere “l’8% in più” di produttività: “Ha fatto quattro giri – spiega ancora la madre -, anche se io so che in realtà sono stati sei o sette” e di lei è rimasta solamente “una scarpa”; mentre già nel 2022 la titolare dall’azienda e il marito hanno patteggiato una pena di due anni e un anno e mezzo di reclusione, con la causa nei confronti del manutentore che resta ancora aperta.
La mamma di Luana D’Orazio: “Non dobbiamo più permettere sentenze di comodo e patteggiamenti per chi uccide i lavoratori”
Ricordando quel difficilissimo lutto, la mamma di Luana D’Orazio il primo maggio – intervenuta questa volta durante la diretta del Tg2 Post – ha raccontato che dopo la morte della 19enne “a suo figlio avevo spiegato che la mamma non sarebbe tornata più perché la macchina al lavoro non aveva funzionato bene, l’aveva schiacciata e il suo cuoricino aveva smesso di battere”: il piccolo – racconta – dopo quella volta “non ha chiesto più nulla di lei“, fino a quando “ha iniziato il percorso psicologico” che oggi gli permette di piangere per la madre scomparsa e di dire che “gli manca”.
“Da due anni fa – ha spiegato ancora la madre di Luana D’Orazio ai microfoni del Tg2 Post il primo maggio – non è cambiato nulla” dal punto di vista della sicurezza sul lavoro e “lo vediamo nel salario, nelle paghe e in come vengono trattati i lavoratori”; mentre guardando al futuro auspica che “non ci siano più morti” migliorando “la sicurezza e i controlli” ed assumendo più ispettori; ma anche che “la politica faccia qualcosa anche perché chi finisce in tribunale possa ricorrere alle leggi”, magari introducendo quella di “omicidio sul lavoro, per dare un segnale chiaro che è una cosa che non si fa e perché non si possa arrivare a patteggiamenti e sentenze di comodo”.
