Avrebbe compiuto oggi 25 anni Luana d’Orazio, la ragazza morta stritolata in un orditoio il 3 maggio del 2021 in una ditta in provincia di Prato: “Se fosse viva, oggi Luana avrebbe 25 anni – racconta Emma Marrazzo, la madre della povera vittima, a TgCom24.it – non vedeva l’ora di arrivarci. Diceva che li avrebbe festeggiati più che i 18, perché è l’età più bella della vita. Ho fatto fare una torta, ma è una ricorrenza triste”. E ancora: “Mia figlia era nata il 30 giugno, so che in questi giorni in tanti la ricordano grazie a una iniziativa sui social network organizzata dal suo fidanzato”.
La madre della ragazza sta lottando affinchè le morti sul lavoro diventano un vero e proprio reato: “Ma non voglio che Luana diventi il simbolo delle morti sul lavoro, preferisco che venga ricordata come l’emblema della sicurezza. Per questo porto avanti una battaglia per fare in modo che quello che le è accaduto non succeda a nessun altro. Rivolgo un appello alle istituzioni: bisogna introdurre il reato di omicidio sul lavoro. E fare in modo che le vittime abbiano giustizia”. Secondo Emma Marrazzo la figlia Luna d’Orazio non ha avuto giustizia: “No, bisogna riformare la legge sulla sicurezza nel lavoro. Raccoglierò le firme per presentare una legge in Parlamento. Non è possibile che, per la morte di mia figlia, alla ditta sia stata fatta una multa di sole 10.300 euro. Il nostro non è l’unico caso, siamo di fronte a un sistema che non funziona”.
LUANA D’ORAZIO, LA MAMMA: “RESTA LA CAUSA CONTRO IL MANUTENTORE MA…”
In merito al processo, invece: “Resta la causa contro il manutentore. È stata fissata la prima udienza. Lui, però, dice che non c’entra niente con quello che è successo a mia figlia, perché il suo compito era solo quello di fare manutenzione. Che non è stato lui a manomettere l’orditoio”.
Di nuovo sulle leggi: “Ogni volta che sento la notizia di una persona morta sul lavoro sto male. Bisogna intervenire subito. Penso anche ai ragazzini che hanno perso la vita durante l’alternanza scuola-lavoro. Non bisogna permettere che mettano le mani sui macchinari, devono imparare guardando. Serve una legge più severa, e pene certe”. Luana d’Orazio aveva un figlio che oggi è affidato ai nonni materni: “Sì, è la cosa più bella che ci abbia lasciato nostra figlia. Però, non mi chiede spesso della mamma. Invece, mio figlio Luca, che è disabile, non ha mai superato il trauma. Da quando Luana non c’è più, in questa casa regna il silenzio”.