Luca Bernardo, candidato sindaco del Centrodestra per le comunali di Milano e primario di Pediatria del Fatebenefratelli, ha inteso rispedire prontamente al mittente le accuse mosse nei suoi confronti dal consigliere Michele Usuelli (+Europa), secondo cui l’aspirante primo cittadino girerebbe armato di pistola in reparto: “Non sono mai entrato in corsia con un’arma e non ho mai portato un’arma addosso, non ci sono neanche armi giocattolo nel mio reparto – ha dichiarato all’Adnkronos –. Anche se ci sono i clown che fanno ridere i bambini in terapia, mai nessuno si è vestito da sceriffo”.
Il medico ha aggiunto di essere in possesso del porto d’armi da difesa da circa un decennio, così come avviene per la maggior parte dei medici: “Trovo che una certa parte della Sinistra dovrebbe smettere di usare metodi da cortina di ferro, ricorrendo alla diffamazione come strumento. Per questo, ho già dato mandato al mio legale contro la diffamazione”. Bernardo ritiene che la campagna elettorale abbia temi seri da affrontare per il capoluogo lombardo, dalle nuove povertà alla fragilità di molte fasce sociali, sino alle case fatiscenti nei quartieri popolari, alla mancanza di sicurezza, al lavoro, all’ambiente, alla mobilità.
LUCA BERNARDO: “NON SONO UNO SCERIFFO, SONO UN MEDICO”
Il candidato sindaco di Milano per il Centrodestra, Luca Bernardo, ha confermato a “Il Corriere della Sera” che lui fa “il medico, non lo sceriffo”. Addirittura, non avrebbe mai estratto l’arma da fuoco in tutta la sua vita, pur portandola con sé di notte, sempre ben occultata. D’altro canto, “non c’è nessun valore più importante della vita umana. In tema di sicurezza, servono prevenzione e maggiori controlli e presìdi sul territorio”.
Ancora ad Adnkronos, Bernardo ha rivelato che non dormirà la notte finché vedrà ancora una sola persona dormire per strada, finché saprà che i bambini non possono giocare nei cortili delle case in cui vivono o nei parchi, finché gli anziani resteranno chiusi in casa per paura che le loro stesse abitazioni siano occupate abusivamente. “Mi permetto un’ultima cosa: il fatto che finito l’orario di lavoro possa andare a visitare chi ha bisogno di cure è in piena linea con il mandato e la missione di medico. Quindi, evidentemente, per qualcuno il giuramento di Ippocrate non vale”.