Luca Guerrini, la versione dell'ultrà Milan dopo l'agguato a Milano: "Scambio di persona, non volevano spararmi". Dda apre indagine per tentato omicidio

AGGUATO A MILANO, LA VERSIONE DELL’ULTRÀ MILAN

Dietro l’agguato a Luca Guerrini potrebbe esserci uno scambio di persona: ad avanzare questa ipotesi è stato lo stesso ultras del Milan, che ha parlato agli investigatori dicendosi sorpreso della sparatoria. L’imprenditore 27enne, che è titolare con l’ex capo ultras Luca Lucci (arrestato nell’ambito della maxi inchiesta Doppia Curva) di un barber shop, ha ricostruito la dinamica dell’agguato. Stando a quanto riportato dal Corriere della Sera, ha riferito di aver notato alcuni chilometri prima, poco dopo aver lasciato il negozio, e di aver notato nuovamente la moto mentre era bloccato nel traffico nei pressi di viale Jenner.



Dopo il primo sparo, finito nella portiera, il tifoso rossonero si è lanciato sul sedile passeggero per proteggersi, infatti il secondo sparo ha frantumato il parabrezza, mentre il terzo non è esploso, perché la scacciacani modificata si è inceppata. Nel frattempo, Guerrini è uscito dal lato passeggeri e si è dato alla fuga.



Dopo essersi assicurato che i due sicari erano scappati via, avrebbe ripreso l’auto per recarsi a piazzale Loreto. La madre, che nel frattempo era stata avvisata dagli agenti, gli ha consigliato di tornare sul luogo dell’agguato e di raccontare tutto alle forze dell’ordine, come ha poi fatto. Sulla vicenda è stata aperta un’inchiesta dalla Dda di Milano con le ipotesi di reato di tentato omicidio e detenzione illegale di armi.

AGGUATO A LUCA GUERRINI: INDAGINI IN CORSO

Sulla versione di Luca Guerrini stanno indagando le forze dell’ordine, perché lui sostiene che non volessero sparare a lui, eppure l’episodio ha le caratteristiche di un regolamento di conti. Gli investigatori stanno anche esaminando le immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona per ricostruire la dinamica dell’agguato, ma stanno anche ascoltando i testimoni presenti sul luogo.



Al momento, non è noto il movente dell’agguato, anche allo stesso Luca Guerrini, che infatti sostiene la tesi dello scambio di persona, ma non si esclude, secondo Il Giorno, che questa vicenda rientri in un intreccio di dinamiche del tifo organizzato di Milano o in questioni che sono legate alle sue attività imprenditoriali.

L’azione, comunque, sembra essere stata pianificata accuratamente, visto che i due aggressori erano vestiti di scuro e indossavano caschi integrali per non farsi riconoscere. Potrebbe anche trattarsi di professionisti che volevano portare a termine un’esecuzione, che fortunatamente non ha fatto vittime.