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Home » Esteri » Europa » Macron ai Volenterosi UE “in 26 pronti a invio soldati”/ Meloni e Merz frenano. Trump: “stop petrolio russo”

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Macron ai Volenterosi UE “in 26 pronti a invio soldati”/ Meloni e Merz frenano. Trump: “stop petrolio russo”

Niccolò Magnani
Pubblicato 4 Settembre 2025
Volenterosi per l'Ucraina

La riunione dei Volenterosi UE a Parigi con Macron e Zelensky (ANSA-EPA 2025)

Come è andata la riunione dei Volenterosi UE e la telefonata con Trump: i passi avanti e le spaccature. Meloni vs Macron sull'idea di soldati in Ucraina

COME È ANDATA LA RIUNIONE DEI VOLENTEROSI A PARIGI E COSA HA DETTO TRUMP NELLA TELEFONATA SUCCESSIVA

In gergo diplomatico si potrebbe dire che il vertice dei Volenterosi UE a Parigi si “riaggiorna” alle prossime riunioni, ma andando più drastici e franchi possibili si può dire che nulla è cambiato: il sostegno all’Ucraina permane, l’intenzione di dialogare a fondo con i più importanti Paesi dell’Unione Europea, il Regno Unito e gli Stati Uniti pure, ma restano anche le spaccature specie sulle garanzie di sicurezza da approntare per l’alleato ucraino.


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Il “blocco” guidato da Macron e Von der Leyen rilancia anche nella riunione di oggi all’Eliseo sulla necessità di inviare forze militari in Ucraina come deterrenza di pace, mentre l’Italia di Giorgia Meloni e la Germania del cancelliere Merz per il momento frenano indicando come l’invio delle truppe una non-soluzione (se non proprio una degenerazione dello scenario già intricatissimo).


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Volenterosi per l'Ucraina
Vertice dei Volenterosi a Parigi: Zelensky con Macron (ANSA-EPA 2025)

Secondo il Presidente Zelensky, presente all’Eliseo da ieri sera e intervenuto al termine con una conferenza stampa congiunta col Presidente Emmanuel Macron, la vera garanzia è avere un esercito ucraino ancora forte, l’alleanza stabile dell’Occidente e – magari – la pressione sulla Russia per imporle una tregua, mettendo in campo sanzioni e deterrenza varie. 30 Paesi hanno confermato la piena alleanza all’Ucraina per impedire che Mosca possa portare a casa altri territori dopo l’invasione ormai di tre anni e mezzo fa: oltre al 19esimo pacchetto di sanzioni UE contro il Cremlino dall’inizio della guerra, l’impulso di Zelensky è per convincere anche gli Stati Uniti ad intervenire massicciamente.


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Poco prima del vertice dei Volenterosi era stato il Presidente Trump a confermare la delusione per l’atteggiamento avuto finora da Putin, facendo però intendere che qualche possibilità di costringere la Russia ad un passo verso la tregua vi sarebbe ancora: «qualcosa accadrà, ma al momento Putin e Zelensky non sono pronti ad incontrarsi, ma comunque qualcosa faremo», confermando l’eventuale forza minacciosa di sanzioni e interventi contro lo stallo negoziale “imposto” da Mosca.

Dopo invece la riunione all’Eliseo, nella video conferenza con tutti i protagonisti del tavolo dei Volenterosi, è ancora il Presidente americano a dare un suo personale “consiglio” ai partner europei: «l’Europa deve smettere di acquistare petrolio russo», in questo modo starebbero comunque aiutando la Russia nel finanziare la guerra contro Kiev. Come poi riporta la Reuters su fonti della Casa Bianca, Trump ai Volenterosi ha richiesto che facciano pressioni economiche sulla Cina affinché non finanzi più gli sforzi militari dell’alleato Putin.

ANCORA SCONTRO SULL’INVIO DI TRUPPE IN UCRAINA: MACRON (E VON DER LEYEN SPINGONO), MELONI E MERZ FRENANO

Mentre Zelensky si dice soddisfatto della messa in “concretezza” delle garanzie di sicurezza a lungo termine per l’Ucraina, il leader francese dal “pulpito” dei Volenterosi a Parigi rilancia la sua ricercata leadership europea mentre a livello nazionale sta attraversando il momento più difficile e tempestoso della sua carriera da Presidente: «26 Paesi di questa coalizione si sono impegnati ad inviare truppe in Ucraina come rassicurazione per il giorno seguente la firma della pace tra Russia e Ucraina».

Volenterosi alla Casa Bianca
Vertice dei volenterosi UE con Trump alla Casa Bianca (ANSA 2025, Filippo Attili per P. Chigi)

Mentre i leader europei sentivano il Premier indiano Modi per provare a richiedere una mediazione di New Dehli con il “rinnovato” alleato russo dopo l’ultimo vertice SCO in Cina, il n.1 dell’Eliseo rilanciava col plauso della Commissione Europea la posizione sull’invio di soldati, trovando però una netta opposizione dei più importanti Paesi al momento per forza e influenza all’interno dell’Unione Europea.

L’Italia di Giorgia Meloni e la Germania di Friedrich Merz, entrambi in video collegamento con i Volenterosi, ribadiscono la centralità di ottenere una tregua immediata e condizioni di sicurezza adeguate all’Ucraina, ma frenano l’ipotesi di Macron: «resta l’indisponibilità dell’Italia a inviare soldati in Ucraina», dopo che la Presidente del Consiglio – informa la nota di Palazzo Chigi – ha illustrato a tutti gli alleati la proposta di un meccanismo di difesa come quello dell’articolo 6 della NATO (trovando tra l’altro il plauso di Witkoff, inviato di Trump).

Semmai, chiosa la leader italiana, resta aperta l’eventuale monitoraggio con formazioni militati al di fuori dei confini ucraini. Da Berlino il Cancelliere CDU spiega che solo a tempo debito si deciderà l’intervento militare o meno, ma al momento occorre insistere sul processo negoziale valutando l’effettivo impegno degli Stati Uniti nelle garanzie di fine guerra.

Un possibile passo avanti raggiunto dall’inviato di Trump a Parigi, Steve Witkoff, è che per Zelensky può essere un risultato possibile nel negoziato con la Russia l’ottenimento di una Kiev come Seul dopo la fine della guerra, con gli USA a garanzia dell’Ucraina come già avviene con la Corea del Sud nel “congelamento” della guerra fratricida contro il nemico al di là del confine. È poi ancora Meloni nel suo comunicato a riportare quanto emerso nella telefonata con Trump e gli altri Volenterosi, ribadendo lo sforzo di sostenere l’Ucraina mantenendo anche la pressione su Mosca con sanzioni effettive, mai perdendo invece lo «spirito di condivisione tra Europa e America».

Tags: Volodymyr ZelenskyFriedrich MerzGiorgia MeloniDonald TrumpEmmanuel MacronVladimir Putin

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