Si è concluso il vertice dei 'volenterosi' a Parigi: Emmanuel Macron conferma che non c'è unanimità sull'invio di soldati in Ucraina, ma vuole tirare dritto
Si è concluso da poche ore il vertice dei cosiddetti ‘volonterosi’ che il presidente francese Emmanuel Macron ha riunito a Parigi nella giornata di oggi per discutere di alcuni dei punti rimasti aperti sulla guerra attualmente in corso in Ucraina, sul futuro postbellico per Kiev e – forse soprattutto – sul più volte citato (ed altrettanto criticato) invio di soldati europei sul fronte ucraino per una missione di peacekeeping dopo il raggiungimento di una tregua o di una pace: al vertice di Macron hanno partecipato una trentina di leader occidentali, tra i quali i maggiori vertici dell’Unione Europea, il capo della NATO Mark Rutte, Giorgia Meloni, Olaf Scholz e Keir Starmer.
Le posizioni emerse durante il vertice dei ‘volenterosi’ di Macron sono state – ovviamente – piuttosto variegate e distanti tra loro, specialmente per quanto riguarda l’ipotesi di inviare soldati in Ucraina: sul punto attualmente sembra che solamente Londra e Parigi siano d’accordo, mentre Berlino non ha mai lasciato intendere le sue posizioni in merito e Roma – peraltro solamente nella giornata di ieri, proprio in vista del vertice – ha fermamente negato l’ipotesi in assenza dell’egide dell’ONU a tenere unite le truppe; ipotizzando piuttosto un’estensione dell’Articolo 5 della NATO a Kiev per impedire le future aggressioni russe.
Emmanuel Macron: “Sull’invio di soldati in Ucraina non c’è l’unanimità dei ‘volenterosi’, ma andiamo avanti comunque”
Venendo al vertice odierno, dopo l’incontro (durato circa un paio d’ore) il presidente francese Emmanuel Macron ha tenuto una breve conferenza con la stampa denotando fin da subito che l’opinione condivisa da buona parte dei ‘volenterosi’ è che attualmente Putin non sembra intenzionato a porre veramente fine alla guerra in Ucraina, accusandolo di “fingere di negoziare”: l’obiettivo per l’occidente resta quello di raggiungere “una pace solida e duratura”, ma allo stato attuale dei negoziati secondo Macron è chiaro che il “sostegno militare all’esercito ucraino” non può e non deve interrompersi.
In merito all’invio dei soldati in Ucraina, Macron ha spiegato che durante il vertice “non è stata raggiunta l’unanimità” sulla missione militare congiunta Londra-Parigi, salvo precisare poco dopo che per una decisione del genere “non ci serve l’unanimità”: infatti la sua intenzione – condivisa peraltro anche da Starmer – è quella di procedere dritto su di una ipotetica “forza di rassicurazione” che avrà il compito di aiutare a “preparare l’esercito ucraino del domani” operando tra “terra, aria e mare” e tenendosi lontano dal fronte dei combattimenti.
L’ultimo tema – altrettanto importante – affrontato da Macron nel punto stampa dopo il vertice dei ‘volenterosi’ è relativo alla richiesta di Putin di rimuovere le sanzioni come punto fondamentale della tregua sul Mar Nero: un aspetto che secondo il francese è fuori discussione per “l’unanimità” del gruppo riunitosi a Parigi, almeno fino a quando “non sarà stata chiaramente raggiunta (..) la pace“; mentre sul tema si sono espressi anche Scholz, definendo un “grave errore” la revoca delle sanzioni, e Starmer che ritiene non sia “ancora il momento” per discuterne.
