La Svizzera lancia l’allarme prof: sono troppo pochi coloro che possono definirsi qualificati e, con il nuovo anno scolastico ormai ai nastri di partenza, l’emergenza rischia di divenire dilagante e impossibile da colmare. Per questa ragione, anche a fronte della necessità di integrare i giovani alunni provenienti dall’Ucraina, terra di conflitti e barbarie negli ultimi sei mesi, le organizzazioni sindacali dei docenti nella Svizzera tedesca e francese hanno ufficialmente richiesto più mezzi, sia in termini economici, che in termini di risorse umane.
Dagmar Roesler, presidente del sindacato degli insegnanti della Svizzera tedesca (LCH), le cui parole sono state riprese da RSI e da altre emittenti elvetiche, ha evidenziato infatti che “il nuovo anno scolastico inizia con un ulteriore incremento della penuria di personale qualificato, una situazione più o meno grave a dipendenza della regione”. In virtù di ciò, cresce il numero dei posti assegnati a personale che non si trova in possesso di un numero sufficiente di competenze, inclusi docenti non ancora pronti e in formazione.
ALLARME PROF IN SVIZZERA: CHIESTO UN AUMENTO DELLE RISORSE
L’allarme prof in Svizzera, peraltro, altro non fa che sovraccaricare gli insegnanti più esperti, che devono anche farsi carico dell’iter di formazione dei loro colleghi più giovani. Come ha sottolineato alle tv locali David Rey, presidente del sindacato dei docenti romandi (SER), “sarebbe spiacevole se la mancanza di personale qualificato venisse aggravata da assenze di lunga durata dovute al sovraccarico di lavoro o a dimissioni”.
Ecco perché i sindacati dei prof della Svizzera chiedono che scuole e Comuni ricevano sostegno finanziario – e un aumento del personale – da parte di Confederazione e cantoni, con l’attivazione contestuale di misure di lunga durata per attirare maggiore personale, assicurando altresì condizioni di lavoro attrattive. Come segnalato infine da RSI, per gestire nuove emergenze “gli insegnanti pretendono la creazione di uno stato maggiore nazionale composto da rappresentanti di Confederazione e cantoni, integrato dai rappresentanti del sistema scolastico, e il rafforzamento, anche attraverso specifici interventi normativi, della collaborazione tra cantoni”.