Marco Pantani, video speciale Le Iene: com'è morto il Pirata? Mamma Tonina incontra lo spacciatore Fabio Miradossa e lo porta alla tomba dell'ex campione di ciclismo
MARCO PANTANI, MAMMA TONINA INCONTRA LO SPACCIATORE
L’incontro tra la mamma di Marco Pantani e lo spacciatore del figlio, Fabio Miradossa, è un momento molto emozionante, al termine del quale la donna convince l’uomo ad andare a fare visita per la prima volta alla tomba dell’ex campione di ciclismo. «Sono vent’anni che lotto, quello che voglio da te è una mano», dice mamma Tonina quando si apparta tranquilla con Miradossa. Lui ribadisce quello che aveva detto all’inviato de “Le Iene”. «Io mi sto autoaccusando, ma le sto dicendo che occorre seguire i soldi. I soldi non li ho presi io, mancano dei soldi». Miradossa riferisce alla madre del ciclista morto il 14 febbraio 2014 di averlo detto agli inquirenti. «Sa cosa mi è stato risposto? Ci stai prendendo per il culo, i soldi li hai presi tu. E allora ho deciso di patteggiare, non la vogliono la verità». Il riferimento è ai 20mila euro che Marco Pantani aveva prelevato poco prima di morire, con i quali doveva pagare una nuova fornitura di droga e vecchi debiti che aveva con Miradossa. Ma quei soldi non sono stati mai trovati nella stanza del residence Le Rose di Rimini.
COME È MORTO MARCO PANTANI? SPECIALE LE IENE
Chi ha preso quei soldi? Ma la domanda più importante di tutte è un’altra. Come è morto Marco Pantani? A tal proposito lo spacciatore napoletano afferma a “Le Iene” di avere le idee chiare sulle cause della morte del ciclista: la droga non c’entra nulla. «Marco non è morto per la cocaina: Marco è stato ucciso. Non sniffava la roba ma la fumava e in quella stanza del residence c’è solo traccia di cocainomani che sniffavano». E questo per Fabio Miradossa vuol dire che «Chi ha creato quella situazione non era informato bene». Nell’intervista rilasciata recentemente al programma di Italia 1, Fabio Miradossa aveva raccontato di aver avuto un appuntamento con Marco Pantani, ma visto che era a Napoli per il compleanno della nipote aveva mandato Ciro Veneruso per consegnargli la droga. «Il mio uomo ha portato 15-20 grammi, non si può morire: chi fuma crack, non fuma 15-20 grammi perché diminuisce il peso». A proposito di quella somma invece aveva detto: «Erano un po’ un debito vecchio, un po’ una fornitura. Non avevo problemi con lui».
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