Volano insulti a Sky Tg24 tra Luigi Marattin e Marta Fana. Lo scontro verte sul Mes. «L’Italia è l’unico Paese dove ancora si continua a parlare di Mes. È una discussione finita nel resto d’Europa da più di un semestre quasi. La vogliamo fare finita? Ci vogliamo concentrare sul fatto che sono troppo pochi 30mila medici a tempo determinato in 12 mesi e troviamo le risorse? Ci sono, scegliamo come investirle. È una scelta politica, non matematica», spiega l’economista e dottoressa di ricerca in economia presso SciencesPo di Parigi. Non si fa attendere la replica del deputato di Italia Viva, presidente della commissione Finanze della Camera.
«C’è un motivo molto semplice per il quale il resto d’Europa ha chiuso le discussioni sul Mes. Ci sono solo due paesi che si finanziano a tassi superiori a zero e a quello del Mes: uno è l’Italia, l’altro è la Grecia. Quindi, il motivo per cui nessuno ne parla è perché non ne hanno bisogno». Marta Fana allora cita anche il Portogallo tra i Paesi in cui non si parla più di Mes ed è a questo punto che scoppia la lite.
MARTA FANA VS MARATTIN “PARLI COSÌ CON SUA SORELLA!”
«Lei dovrebbe un attimo informarsi meglio. Il Portogallo si finanzia a tassi negativi, quindi non ha la convenienza finanziaria a finanziarsi dal Mes», sbotta Luigi Marattin a Sky Tg24. E attacca direttamente Marta Fana pur senza fare il suo nome: «Il problema vero di questo Paese è che ci sono troppo persone ancora a cui viene dato un megafono davanti ma non hanno la minima idea di quello che stanno dicendo». L’economista ovviamente non la prende bene: «Tipo lei Marattin? Ma si vergogni». Il giornalista di Sky Tg24 presente in studio prova allora a calmare gli animi e a stroncare sul nascere lo scontro che stava assumendo toni pesanti, ma Marta Fana si lascia andare ad un amaro sfogo: «Questo è un insulto in diretta, glielo va a dire a sua sorella». A questo punto il conduttore è costretto a mandare la pubblicità. Marta Fana comunque aveva attaccato il governo anche sulla manovra: «Come giudico le misure? Francamente, e lo dico senza mezzi termini, sono patetiche. Ricalcano quello che si è speso, togliendo ovviamente la cassa integrazione, le manovre degli ultimi anni. Gli incentivi e i contributi alle imprese non generano nuova occupazione, le imprese assumono solo se c’è domanda per i propri prodotti, altrimenti lo fanno in minima parte».