Caos nelle Marche con il candidato del Centrosinistra (e sindaco di Pesaro) Matteo Ricci indagato per la vicenda Affidopoli: dubbi M5s verso le Regionali
RICCI INDAGATO PER “AFFIDOPOLI” NEL COMUNE DI PESARO: “SONO ESTRANEO AI FATTI”. DI COSA È ACCUSATO IL CANDIDATO PD NELLE MARCHE
Un’inchiesta durata un anno che esplode a pochissimi mesi ormai dalle Elezioni Regionali 2025 colpendo il candidato del Centrosinistra, nonché sindaco di Pesaro, Matteo Ricci: è indagato per la vicenda di “Affidopoli”, sui presunti affidi di incarichi e contributi a due associazioni culturali della città da lui amministrata per due mandati consecutivi. Già nelle scorse settimane era emerso il coinvolgimento e l’indagine a carico dell’ex capo di gabinetto di Ricci – Franco Arceci – oltre all’ex consigliere comunale in area Centrosinistra, Massimiliano Santini, e al presidente delle due associazioni (Stella Polare e Opera Maestra), Stefano Esposto.
L’annuncio è stato dato ieri sera dallo stesso Matteo Ricci in un video social dove ha mostrato il fascicolo ricevuto dalla Procura di Pesaro: il candidato dem del campo largo progressista aveva da poco cominciato la campagna elettorale dopo che negli scorsi giorni il Governatore delle Marche Francesco Acquaroli aveva ufficializzato la data delle prossime Elezioni Regionali 2025 (in programma il 28-29 settembre prossimi). E mentre si iniziava a osservare i dati dei sondaggi per capire chi fosse il candidato favorito tra il Centrodestra e la coalizione progressista, ecco la notizia che rischia di sconvolgere la sinistra, negli stessi giorni di quanto stiamo vedendo a Milano e Torino.

«Sono sereno ed estraneo ai fatti, lo spiegherò al procuratore quanto prima»: Ricci sui social si difende e attende la convocazione prevista per il prossimo 30 luglio presso la procura di Pesaro, davanti ai due pm Ernesto Napolillo e Maria Letizia Fucci. Nata da un’inchiesta giornalistica del “Resto del Carlino”, l’inchiesta sugli affidi a Pesaro prende spunto dagli affidamenti diretti (ovvero senza bando pubblico, ndr) dati dal Comune amministrato dalla Giunta Ricci di Centrosinistra alle due associazioni di qui sopra.
Le accuse a vario titolo per gli indagati vanno dal falso alla corruzione, con i pm che indagano da un anno sui presunti incarichi “opachi” rinnovati per anni a queste due associazioni con cifre che non tornerebbero: eventi per Natale, attività su immobili pubblici e cura del verde, ma anche manifestazioni castronogiche e opere artistiche come il mega casco dedicato a Valentino Rossi sul lungomare d Pesaro, o il murale dedicato alla senatrice a vita Liliana Segre. Tutti questi eventi curati dalle due associazioni culturali locali vede ora l’occhio della Procura che indaga sullo “scambio” tra l’affido concesso senza bando pubblico e, in cambio, il «consenso politico» concesso al sindaco Matteo Ricci.
DOPO MILANO E TORINO ECCO PESARO: IL CAOS NEL CENTROSINISTRA A POCHE MESI DALLE URNE. E CONTE MINACCIA DI ROMPERE L’ALLEANZA…
«Smonteremo subito le accuse perché siamo estranei nei fatti», spiega Ricci nel video social, sottolineando che l’accusa sarebbe quella non di aver ricevuto denaro per tali affidi, ma del «consenso politico», elemento non esattamente semplice da verificare. Al di là di questo, è lo stesso sindaco Pd che ammette come durante il governo di una città si è circondati di «tantissimi collaboratori», e se uno di questi dovesse sbagliare, allora «il sindaco è la vera parte lesa», in quanto viene tradita la sua fiducia.
Il valore complessivo degli affidi diretti è di circa 600mila euro, spiegano le carte della Procura citate dal “Resto del Carlino” e dal “Fatto Quotidiano”, con acquisizione dei documenti avvenuta nelle scorse ore dopo l’avviso di indagine contro il sindaco Matteo Ricci, il quale si difende dicendo di non aver mai conosciuto direttamente quelle associazioni in quanto «non mi sono mai occupato di affidamenti pubblici», delegando invece ad altri collaboratori.
Il problema per Ricci e per l’intero Centrosinistra è che non solo la vicenda Affidopoli si allarga nei giorni in cui i riflettori mediatici e politici sono puntati sulle vicende di Sala a Milano e del Comune di Torino – entrambe giunte con indagini a carico su vicende immobiliari – ma che la tempistica verso il voto delle Regionali è molto stretta. Si vota a fine settembre e nella campagna elettorale iniziata da breve la distanza secondo i sondaggi tra Ricci e Acquaroli è davvero minima, potrebbe giocarsi fino all’ultimo voto.

Le indagini per il sindaco di Pesaro non possono che pesare, al momento quanto meno e prima delle evoluzioni sulle eventuali responsabilità effettive: se dal Partito Democratico non è giunto alcun commento ufficiale per il momento dalla Segretaria Elly Schlein (non esattamente il miglior viatico di fiducia per un membro importante della Direzione Nazionale come Ricci), è dal M5s che arrivano parole molto nette che rischiano di rompere l’alleanza progressista nelle Marche.
«Ci riserviamo di valutare approfonditamente le contestazioni mosse a Ricci», per capire se vi via “solo” una contestazione sulle spese o se invece vi siano «condotte disoneste» all’origine: parla così il leader 5Stelle Giuseppe Conte dopo aver saputo di Ricci indagato dai pm di Pesaro. Se fosse nel secondo caso evidenziato dall’ex Premier, allora «sarebbe incompatibile con i nostri valori e principi»: per questo motivo, conclude Conte, il sindaco Dem e candidato Governatore nelle Marche deve «chiarire al più presto per diradare ogni dubbio». Esattamente come nel caso della Giunta Sala, la sinistra si ritrova divisa al suo interno tra una storica condotta “giustizialista” e un elemento di garantismo che permane nelle aree più riformiste e meno radicali.
