I presunti legami in Francia tra la sinistra radicale e l'islamismo e l'autogol in Parlamento di Melenchon che difende l'Islam e attacca la Chiesa
MELENCHON SI DIFENDE DALLE ACCUSE DI LEGAMI CON L’ISLAMISMO MA COMMETTE UN (CLAMOROSO) ‘AUTOGOL’
Se parte della sinistra europea rifugge le posizioni radicali di Jean-Luc Melenchon, attuale presidente di La France Insoumise, vi è un’altrettanta componente che vede nello storico leader della sinistra in Francia un “esempio” per contrastare destre e centristi. Ecco, questo finché le ultime clamorose parole riferite in commissione parlamentare non svelano un “autogol” non da poco in merito ai presunti rapporti con l’islamismo radicale, di cui Melenchon e il resto del suo partito viene accusato da mesi.
Sostenere infatti che l’Islam in Francia sia pressoché moderato, e che invece le problematiche per lo Stato arrivano in sostanza solo dalla Chiesa Cattolica, rappresenta un deciso muro contro muro su cui le forze moderate, anche non propriamente di ispirazione cristiane, dovranno ora farci i conti (se non addirittura rifuggere come posizione). Succede tutto nell’intervento degli scorsi giorni dell’attuale leader di LFI davanti alla commissione d’inchiesta parlamentare sui rischi dell’islamismo, specie dopo la denuncia dello scrittore franco-siriano Omar Youssef Souleimane che sostiene vi siano stretti legami tra il partito di Melenchon ed elementi islamisti.

Affondando le radici del proprio ragionamento (mostrato in italiano grazie all’inviato di Mediaset, Leonardo Panetta, ndr) addirittura a fatti e culture tra Ottocento e Novecento, Melenchon nel suo discorso sottolinea come l’attuale Islam in Francia «é essenzialmente moderato», in quanto si tratta di islamici di origine maghrebina, «legati al periodo arabo-andaluso», dove vige il comandamento per cui «rispettare la legge del Paese in cui vivete».
Diversamente invece, i problemi per lo Stato francese sarebbero arrivati maggiormente dal cristianesimo: ad inizio Novecento l’enciclica “Vehementer Nos” di Pio X metteva per iscritto il fatto che non vi è una legge superiore a quella di Dio. Nel 1920 il cristianesimo in Francia riconobbe l’autorità dello Stato, ma per Melenchon permane un senso di “tensione” a distanza con le istanze ebraiche o cristiane in quanto sarebbero in contrasto con la laicità tradizionale della Repubblica francese.
“L’islam in Francia é essenzialmente moderato perché si tratta soprattutto di musulmani maghrebini mentre gli unici problemi per la Repubblica sono arrivati dalla Chiesa Cattolica”.
Fa discutere l’intervento di Jean Luc Melenchon, leader del partito di sinistra La France… pic.twitter.com/UdgnUukQwV
— Leonardo Panetta (@LeonardoPanetta) December 8, 2025
COSA È EMERSO FINORA SUI PRESUNTI LEGAMI TRA LA SINISTRA RADICALE E L’ISLAMISMO IN FRANCIA
Ora, al netto delle parzialità riferite da Melenchon durante il suo j’accuse in Assemblea Nazionale, occorre tenere in considerazione che il suo discorso non tiene minimamente in conto l’attualità degli ultimi 20 anni nella sola Francia (con attentati islamici, rivolte nelle banlieu, violenze e distacco deciso tra parti della comunità islamica e la società comune). Al di là infatti delle tesi politiche o religiose, è proprio la realtà dei fatti di questo decennio ad andare verso una verità ben diversa da quella analizzata dal leader della sinistra radicale.
Non è vero che ogni istanza islamica in Francia sia tesa alla violenza, sarebbe un’ipocrisia e una falsità dire una cosa del genere, ma neanche si può accettare che passi il concetto per cui «l’Islam è moderato e la Chiesa è pericolosa». Tutto questo tra l’altro nel momento in cui il Parlamento indaga su alcuni legami che interporrebbero l’islamismo radicale francese ed elementi della sinistra radicale, specie nel partito di Melenchon.
«Ho vissuto per sette anni nella periferia di Parigi. Sono sempre rimasto sorpreso dal fatto che alcuni imam, imam radicali, sostenessero Mélenchon senza alcuna riserva», ha raccontato il giornalista Youssef Souleimane nel libro che in Francia sta scatenando polemiche e dibattiti. La tesi è molto netta, gli islamisti radicali starebbero usando il partito LFI come «cavallo di Troia» per perseguire interessi politici «e arrivare in Parlamento».
I cortei pro-pal e anti Israele degli scorsi mesi, con Melenchon sempre in primissima fila, sono solo uno dei tanti esempi di legami più o meno diretti tra il macro-mondo della sinistra e l’attivismo islamico, secondo Souleimane addirittura con riferimento ai Fratelli Musulmani (il gruppo politico egiziano con forti legami ad alcuni gruppi terroristici jihadisti).
