Giorgia Meloni da Bruno Vespa a tutto campo: dalla Cgil a Gaza e Flotilla, dalle accuse di complicità nel genocidio alla Manovra, fino alle voci sul Colle

GIORGIA MELONI A TUTTO CAMPO DA BRUNO VESPA

Massimo rispetto per le manifestazioni, su cui ha grande esperienza avendone organizzate molte, ma c’era una pianificazione dietro le violenze secondo Giorgia Meloni. La premier ne ha parlato nel corso della doppia intervista a Bruno Vespa, a Cinque Minuti e Porta a Porta. La premier ha affrontato diversi temi, in gran parte legati a Gaza, ma si è soffermata anche su questioni di politica interna. In merito alle manifestazioni pro Palestina, condivide il diritto di protesta, mettendo una cornice di legittimità ai cortei che ci sono stati negli ultimi giorni, d’altra parte ritiene che gli atti violenti siano stati pianificati, anche se non necessariamente da parte degli organizzatori delle proteste, lasciando aperta l’ipotesi di infiltrazioni o di gruppi esterni.



Chi ha pensato di fomentare la piazza sta sottovalutando quello che sta accadendo. Attenzione che poi le cose sfuggono di mano“, e il riferimento è anche alle numerose minacce di morte ricevute. Non è passato inosservato lo striscione che inneggiava al massacro del 7 ottobre commesso da Hamas contro Israele, evidenziando come alle critiche politiche siano stati affiancati messaggi gravi e pericolosi, tanto da non poter ridurre la questione a semplici infiltrazioni. “Quando si consente a chi inneggia al terrorismo di Hamas di stare in testa al corteo, forse la tesi dei semplici infiltrati è un po’ riduttiva“.



GLI AIUTI PER GAZA E LE STRUMENTALIZZAZIONI ALTRUI

Meloni ha parlato anche della denuncia alla Corte Penale Internazionale contro lei e i ministri Crosetto e Tajani con l’accusa di concorso in genocidio. “Io credo che non esista un altro caso al mondo e nella storia di una denuncia del genere“. Peraltro, alla guida del governo si è occupata di aiutare i palestinesi, facendo consegnare 2.300 tonnellate di aiuti per Gaza, contro le 40 presenti sulle navi della Flotilla. “Non serve rischiare, mettersi in pericolo, creare problemi alla propria nazione e non serve magari rischiare di dare un alibi a quelli che la pace dovessero non volerla“.



Guido Crosetto, ministro della Difesa, con Giorgia Meloni, presidente del Consiglio (Ansa)

A proposito della missione, ha ricordato al presidente M5s Giuseppe Conte che il blocco navale c’è dal 2009, quindi avrebbe potuto fare la sua parte quando era al governo. “Rischia di diventare tutto strumentale e non aiuta le possibilità che oggi ci sono di avere una pace“. In merito agli attacchi da parte della Cgil e agli scioperi che proclama, Meloni ha concluso che evidentemente il sindacato tiene più alla sinistra che ai lavoratori, visto che promuove azioni politiche anziché tutelare gli interessi di chi rappresenta.

DALLA MANOVRA ALLE RIFORME TRA GIUSTIZIA E AUTONOMIA

Passando alle questioni interne, la premier ha parlato della Manovra, esprimendo l’intenzione di allargare la platea dei benefici fiscali fino a chi arriva a 50mila euro e risorse per incentivare l’occupazione, quindi la legge di Bilancio dovrà guardare al ceto medio, non solo ai redditi bassi, e usare risorse per favorire le assunzioni. Altro tema delicato è quello della riforma della giustizia, che si intreccia col referendum sulla separazione delle carriere, un’occasione per la Meloni di “liberare la magistratura da correnti politicizzate“, pur affidando la decisione finale al voto popolare.

Non ci saranno conseguenze per il governo, i governi passano ma le norme costituzionali rimangono, bisogna votare nel merito“. Per quanto concerne la legge elettorale, la questione va affrontata in Parlamento, ma non serve con la riforma del premierato. Invece, ha preferito sviare sulla sua eventuale candidatura al Quirinale, dicendosi soddisfatta del suo ruolo attuale (“Mi basta e mi avanza“), e ha ribadito il sostegno all’Ucraina insieme all’Europa e alla NATO, mentre sul tema dei dazi Usa ha espresso l’auspicio che ci sia uno spazio negoziale.

Discorso diverso, invece, sul sistema bancario, perché ha invocato ancora una volta disponibilità delle banche a misure di sostegno sociale come già avvenuto in passato. Meloni ha espresso soddisfazione per i risultati delle Elezioni Regionali 2025 finora emersi e allontanato le voci di un avvicinamento al Ppe, che ritiene si stia avvicinando alle sue posizioni. Tornando alle riforme, ha annunciato le prime intese sull’Autonomia differenziata entro fine anno, mentre in ambito sanitario ha segnalato l’aumento delle prestazioni, a conferma che le cose stanno funzionando meglio dopo il Covid.