Reinhold Messner è intervenuto a Rai Radio Uno per parlare ai conduttori di Un giorno da pecora (Giorgio Lauro e Geppi Cucciari) di come sta vivendo il Coronavirus. Alpinista ed esploratore, primo uomo al mondo ad aver scalato le 14 cime da 8000 metri, oggi ha 74 anni e vive a Monaco di Baviera: come tutti, anche lui è costretto all’isolamento forzato per limitare la pandemia da Covid-19 e ha voluto raccontare la sua esperienza. Lui l’isolamento vero lo ha conosciuto, anche e soprattutto quello totale: “Sono stato per quasi sei mesi in Antartide con il freddo e la bufera, e lo stesso l’ho fatto in Groenlandia” ha detto, riferendo che oggi la legge e l’intelligenza obbligano tutti a rimanere nelle proprie case per combattere e sconfiggere il virus. Messner sa bene cosa significhi stare da soli, ma oggi la situazione è diversa.
CORONAVIRUS: LE PAROLE DI REINHOLD MESSNER
A tale proposito Messner ha confessato che in casa scrive molto, ma anche questo ovviamente non basta a combattere la noia da isolamento: “Ad un certo punto la creatività finisce, e non posso certo passare tutto il giorno a spostare mobili…”. Cosa che peraltro ha rivelato di aver fatto, nei primi giorni in cui si è trovato costretto in casa. L’alpinista oggi è preoccupato soprattutto per i suoi musei: ne possiede sei, ed è un grande punto interrogativo perché le strutture sono chiuse, nessuno va a visitarli e di conseguenza non ci sono entrate, ma le spese da pagare restano. Questo è uno dei temi principali della cosiddetta Fase 2, ed è il motivo per il quale in tanti stanno chiedendo che si possa iniziare a riaprire qualcosa, dalle aziende ai cantieri – come per esempio disposto in Veneto, ma anche in Liguria.
Reinhold Messner ha poi parlato della Germania, e in particolar modo del tema legato ai Coronabond: il Governo tedesco si è opposto alla loro creazione ma secondo l’esploratore il problema non sarebbe quello di un rifiuto ad aiutare l’Italia. “I tedeschi sono disponibili a dare grandi mezzi per coprire almeno una parte dei problemi economici dell’Europa”, semplicemente non sarebbero troppo propensi a farlo secondo la formula dei Coronabond. Tuttavia il loro sguardo verso l’Italia non sarebbe affatto negativo, anzi “feeling, rispetto e benevolenza per il nostro Paese sono grandissimi, non c’è nessuna critica nei nostri confronti e anzi la Germania di noi si fida”.