Le mestruazioni «non sono solo una questione femminile». A dirlo sono gli attivisti liberaldemocratici britannici in una mozione scelta per essere discussa durante il congresso del partito in programma il mese prossimo. Il partito guidato da Ed Davey intende votare una proposta politica in base alla quale la questione riguarda anche «trans e persone non binarie», oltre alle donne biologiche. Si chiede al governo di introdurre il diritto di accesso a prodotti gratuiti per il ciclo mestruale e di imporre alle scuole l’obbligo di rendere disponibili gratuitamente tali prodotti, oltre che di introdurre «un’educazione completa sulle mestruazioni».
Nel documento, che sarà discusso il 23 settembre nell’incontro annuale di Bournemouth, si scrive che «i prodotti per le mestruazioni siano un diritto umano, non un lusso; nessuno dovrebbe sperimentare la povertà mestruale; l’attuale fornitura gratuita di prodotti per le mestruazioni in Inghilterra non è adatta allo scopo; [e] è nell’interesse di tutti affrontare lo stigma che circonda il ciclo mestruale». L’iniziativa dei liberaldemocratici ha però scatenato la bufera nel Regno Unito.
INSORGONO ANCHE FEMMINISTE
Anche le femministe si sono scagliate contro questa mozione. L’attivista femminista Maya Forstater, ad esempio, a GB News ha dichiarato: «Solo le donne hanno le mestruazioni. Ogni istituzione ha la responsabilità di salvaguardare, in particolare i bambini e le persone vulnerabili. Le ragazze quando iniziano le mestruazioni sono sia bambine che persone vulnerabili. E l’ultima cosa di cui hanno bisogno sono persone in posizioni di responsabilità che dicano loro che non sanno cosa sia un uomo e cosa sia una donna».
Le polemiche non riguardano la necessità di rendere i prodotti per il ciclo mestruale gratuiti e quindi di combattere quella che viene chiamata “povertà mestruale“, come ad esempio accaduto in Scozia nei mesi scorsi, anzi c’è convergenza in tal senso. Il dibattito verte però su questa mossa di estendere la questione. Ad esempio, il commentatore televisivo Alex Phillips ha ricordato che l’affermazione non ha alcuna base scientifica.