L’MI5, ovvero il servizio segreto britannico, avrebbe per anni conservato illegalmente i dati di alcuni cittadini inglesi, violando gli obblighi imposti dalla legge. L’accusa arriva da due organizzazioni per i diritti umani, Liberty e Privacy International, che da gennaio 2020 hanno chiesto un intervento da parte dell’Investigatory Powers Tribunal, ovvero il tribunale che si esprime sugli abusi dei servizi segreti.
Ed il Tribunale, a sua volta, avrebbe riconosciuto l’illecito commesso dall’MI5, condannadone l’azione illegale, avvenuta anche al di fuori delle concessione del Ministro degli Interni inglese. Il servizio segreto avrebbero sfruttato l’Investigatory Powers Act, anche definito in Inghilterra “Statuto dei ficcanaso“, e che permetteva agli 007 di raccogliere deliberatamente i dati personali di qualsiasi individuo inglese. Secondo le due organizzazioni che hanno lanciato le accuse, la violazione dei servizi segreti potrebbe potenzialmente colpire milioni di cittadini del Regno Unito, includendo potenzialmente anche avvocati e giornalisti. Secondo il tribunale segreto, inoltre, l’MI5 era consapevole di agire al di fuori della legge conservando quei dati, e non avrebbe fatto nulla per informare il Ministero degli Interni.
Le accuse contro l’MI5 da parte di Liberty
Secondo il tribunale segreto, insomma, l’MI5 avrebbe dimostrato “gravi carenze nel rispetto degli obblighi statutari dalla fine del 2014 in poi. La conservazione e il trattamento dei dati in tali circostanze era illegale”, si legge nella sentenza di 50 pagine, citata da diversi media inglesi. Similmente, secondo il tribunale, lo stesso Ministro degli Interni avrebbe peccato non controllando con cura le richieste di mandato dei servizi segreti.
In merito alla condanna nei confronti dell’MI5, inoltre, si sarebbe espressa anche Megan Goulding, avvocato che fa parte di Liberty. Secondo lui le violazioni da parte dei servizi segreti metterebbero in dubbio lo stesso utilizzo della “carta dei ficcanaso”. Si è detta felice della decisione del tribunale, che ha scoperto che i servizi segreti “hanno gestito male i nostri dati, archiviandoli quando non avrebbe dovuto, e che il ministro dell’Interno ha concesso illegalmente mandati”. “Le misure di sorveglianza” dell’MI5, secondo Goulding, “non sono adatte allo scopo e non riescono a proteggere i nostri diritti fondamentali alla privacy”, accusando gli 007 di aver “per anni infranto consapevolmente le regole, senza segnalarlo. Mentre, il Ministero dell’Interno, ha continuato a emettere mandati illegali”.