In Francia i migranti erodono ogni anno circa il 3,4% del PIL: secondo uno studio la ragione è legata alle scarse entrate fiscali che garantiscono
Secondo uno studio recentemente realizzato dall’Osservatorio dell’Identità e della Demografia in Francia, presentato dal direttore Nicolas Pouvreau-Monti, i migranti costano allo stato francese circa il 3,4% del PIL ogni anno, smentendo di fatto un altro recente studio francese – in questo caso realizzato dal think tank progressista Terra Nova – che indicava proprio nei migranti l’unico modo per “sostenere il modello sociale” francese eroso dell’invecchiamento della popolazione e dal calo delle nascite
Secondo i dati raccolti dall’Osservatorio – pubblicati in esclusiva sul quotidiano francese Le Figaro -, infatti, dimostrerebbero che l’attuale situazione dei migranti oltralpe starebbe “aggravando (..) le difficoltà strutturali” dell’economia francese, di fatto erodendone il PIL di circa il 3,4%: un dato, quest’ultimo, ottenuto dal think tank ipotizzando che le posizioni lavorative attualmente occupate dagli stranieri siano, invece, occupate da cittadini autoctoni; unito al similare dato che stima che in questo medesimo, ipotetico, contesto aumenterebbero anche le entrare fiscali di circa l’1,5% rispetto al PIL.
Lo studio sull’effetto di migranti in Francia: “Un costo per lo stato con scarsa occupazione e basse entrate fiscali”
I migranti, insomma, secondo l’Osservatorio francese non producono sufficiente ricchezza ma finiscono per essere un costo a carico dello stato dato che attualmente i loro versamenti fiscali coprono appena l’86% delle effettive spese statali: la ragione, secondo Nicolas Pouvreau-Monti, sarebbe legata all’elevato tasso di inattività che proprio in Francia tocca uno dei dati più bassi dell’intero blocco europeo con appena il 62,4% degli stranieri sul territorio francese ha un lavoro stabile (in UE la media è del 67,5% e solo il Belgio con il suo 61,4% è in una condizione peggiore di Parigi).
Come se non bastasse, solo il 69% dei migranti tra i 30 e i 40 anni che hanno raggiunto la Franncia ha qualifiche precise utili per un impiego nei settori economici più competitivi e innovativi: non a caso, attualmente la maggior parte di loro sono il think tank è impiegato in settori ad altissima domanda come l’ospitalità, la sicurezza e l’edilizia; mentre resta quasi nulla la rappresentanza in settori come il manifatturiero e il tecnologico.
La conclusione – forse ovvia – per Nicolas Pouvreau-Monti è che sostenere politiche per favorire l’arrivo di migranti non sarebbe utile “per evitare carenze in determinati settori sotto pressione”, finendo solamente per “sacrificare la crescita dei nostri settori strategici” per favorire una – comunque scarsa – occupazione in settori di secondario interesse economico e che alimentano quel già pesante “deficit di bilancio” date le basse retribuzioni che implicano scarse entrate fiscali per lo stato.