Pressing della Germania di Merz sulla stretta migranti: Berlino "come" l'Italia di Meloni, ampliata la lista dei Paesi sicuri per i rimpatri. A sinistra...
DOPO LO SCONTRO COI GIUDICI IL MINISTRO CDU AMPLIA IL DECRETO SUI PAESI SICURI: NUOVO SCONTRO MIGRANTI IN GERMANIA
Mentre sul fronte economico il “peso” della Germania in Europa vede una netta distanza rispetto alle politiche dell’Italia di Giorgia Meloni, sul tema dei migranti la stretta data dal Governo Merz somiglia molto alle pragmatiche misure intraprese da Roma, poi seguite sulla falsariga anche da Macron in Francia e Starmer in UK. Come a dire, la preoccupazione per un’incontrollata politica migratoria non ha “colore” politico: a Berlino, in più, la Grosse Koalition CDU-SPD deve anche provare a “stoppare” la crescita nei sondaggi dell’AfD che proprio sul tema migranti ha costruito parte dei successi elettorali.
Avviene così che poco prima della pausa estiva del Bundestag, il Ministro degli Interni Alexander Dobrindt (bavarese cristiano democratico) ha presentato due novità importanti in materia di immigrazione: puntando ancora sulla necessità di inasprire le politiche migratorie al fine di proteggere legalità e migliore integrazione in Germania, il Governo punta ad ampliare la lista dei Paesi sicuri verso cui si rende possibile la procedura di asilo e rimpatri. «Paesi d’origine sicuri», esattamente come il famoso Decreto “Albania” del Governo Meloni, ancora “appeso” alla sentenza della Corte di Giustizia UE in arrivo nelle prossime settimane.

MERZ “COME” MELONI: L’IRA DELLA SINISTRA TEDESCA (CON IMBARAZZO NELLA SPD)
Tanto Merz come Meloni puntano ad ampliare tale lista di Paesi sicuri, tenendo ferma la definizione per cui sono considerati tali gli Stati «senza persecuzione politica» per rifiutati e migranti: i 26 altri Paesi UE, ma anche altri Paesi extra europei come Albania, Georgia, Bosnia, Macedonia, Kosovo, Montenegro, Serbia, Moldavia, Ghana e Senegal. Ecco, a questa lista si aggiungono altri Stati per volere del Governo tedesco: nel nuovo decreto trovano spazio anche Tunisia, Marocco, Algeria e India. Come spiegano dalle agenzie tedesche, il decreto punta a semplificare il processo di decisione su quali sono (e quali no) i Paesi sicuri dove poter rimpatriare i migranti.
E così dopo lo stop ai finanziamenti statali delle Ong che operano nel Mediterraneo – cambiando decisamente rotta rispetto al precedente Governo Scholz – e dopo gli scontri con i magistrati per il ddl Paesi sicuri, la vicinanza tra l’esecutivo CDU-SPD in Germania e il Centrodestra italiano sul tema migranti è sempre più prossima. Dalle agenzie che operano nel settore degli aiuti ai migranti, così come dalla sinistra radicale tedesca, scatta la polemica forte contro le politiche migratorie “stringenti” di Berlino, con imbarazzo per la socialdemocrazia che si vede “costretta” ad avallare il decreto sostenuto dal resto della maggioranza.
Domande d’asilo da limitare, semplificazione sulla determinazione dei Paesi “sicuri” (e non più con il lungo iter d’approvazione presso la Camera alta del Parlamento (il Bundesrat dove siedono i rappresentanti dei vari Lander tedeschi) e iter di espulsione più veloci: il piano Merz non piace al Centrosinistra e gli “appelli” vanno tutti in direzione dei giudici tedeschi, in primis la Corte Costituzionale, affinché possa intervenire per bloccare sul nascere il decreto legge presentato dal Ministro Dobrindt. Insomma, anche qui, un quadro piuttosto “noto” nei nostri confini in questa prima metà di Legislatura del Governo Meloni a Palazzo Chigi…
