La Commissione UE ha proposto un nuovo piano per i migranti: il "Patto per il Mediterraneo" che ricalca l'esempio del Piano Mattei italiano
Sembra muoversi – tra le file di Bruxelles – qualcosa di nuovo dal punto di vista della gestione dei migranti, con la Commissione UE che proprio in questi giorni ha presentato il suo nuovo “Patto per il Mediterraneo” che mira (per la prima volta nella storia delle istituzioni europee) a trovare soluzioni reali e concrete alle cause profonde della migrazione, creando nuove opportunità all’interno dei paesi di partenza: un modello – qualcuno avrà notato – che sembra ricalcare ed estendere l’italiano Piano Mattei e che mira a gestire i migranti in modo olistico.
Il patto per i migranti proposto dall’UE – intitolato “Un mare, un patto, un futuro” – per ora è ancora in larghissima parte ignoto, ma sappiamo che in una prima fase sarò operativo in paesi come Algeria, Egitto, Israele, Palestina, Giordania, Libano, Libia, Marocco, Tunisia e Siria; mentre in un secondo momento – e con qualche aggiustamento – potrà essere esteso anche ad altri paesi africani (per ora si parla di Mauritania e Senegal) e altre realtà mediorientali, come per esempio la Turchia.
Come funziona il nuovo piano europeo per i migranti: 42 miliardi per migliorare le condizioni nei paesi di partenza
Complessivamente il patto per i migranti sarà dotato di 42 miliardi di euro tra il 2028 e il 2034 e – come accennavamo prima – mira a trattare il tema migratorio con un approccio olistico e non più solo concentrato sulla lotta contro i trafficanti di esseri umani e sui controlli alla frontiera realizzando – spiega un comunicato stampa della Commissione – una vera e propria “partnership” con i paesi di partenza.

Non a caso, la commissaria per il Mediterraneo Dubravka Suica ha spiegato che il nuovo patto per i migranti sarà basato su tre principali direttive: la prima verterà sulle persone e mirerà a creare “uno spazio comune per l’apprendimento, la cultura, lo sport e la mobilità” in modo da “rafforzare le comunità locali“; la seconda lavorerà sullo sviluppo di economie sostenibili e integrate per “modernizzare le relazioni commerciali” e l’ultima sul “sicurezza, giustizia e leggi”, specificatamente dedicata alla gestione dei flussi dei migranti.
Insomma, in altre parole il patto per i migranti proposto dalla Commissione ricalca – a somme linee – il Piano Mattei italiano, investendo direttamente nei paesi di partenza al fine di creare le condizioni affinché le persone non siano più costrette ad abbandonare la loro patria per raggiungere l’Europa; tutto con nuovi progetti utili per formare la manodopera direttamente in loco e agevolare i migranti cosiddetti “qualificati”.
