Migranti, Ue presenta il nuovo piano sui rimpatri a sistema unificato e apre ai CPR in paesi terzi sul modello Albania, aumentano misure restrittive
Migranti, arriva il via libera dell’Europa ai centri di detenzione e hotspot in paesi terzi extra Ue e procedure unificate per le espulsioni, valide in tutti i paesi membri. La Commissione domani si riunirà per presentare il nuovo piano che definirà un regolamento comune in materia di immigrazione, con misure più restrittive specialmente sui rimpatri e sui divieti di ingresso per chi è già stato colpito dal provvedimento. Per l’Italia in particolare, questa sarà una opportunità per rilanciare il progetto Albania, visto che come anticipato, sarà data l’autorizzazione alle trattative tra i vari stati per l‘apertura di hub e CPR, che accoglieranno i migranti espulsi in attesa dell’esecuzione dell’ordine.
Questa procedura, inizialmente contestata a causa della definizione “paesi sicuri” che non era stata ben chiarita, sarà agevolata proprio da un nuovo quadro normativo, che punta ora a stabilire una legge chiara per consentire la detenzione delle persone a cui è stata respinta la domanda di asilo, in paesi terzi, considerati idonei anche in assenza di legami con il soggetto. Il testo approvato, andrà a sostituire quello vecchio che risale al 2008 e sarà attivo da subito e applicabile in automatico in tutta Europa.
Migranti, Ue propone “Ordine di rimpatrio unificato”, procedure più semplici per espulsioni e CPR anche in paesi terzi
Il nuovo regolamento unificato sui migranti, che verrà presentato domani all’Europarlamento, proporrà una stretta sulle espulsioni e una legge unitaria sulla possibilità di detenzione in stati extra Ue nella procedura di rimpatrio per respingimento della domanda di asilo. Come confermato da Ursula Von der Leyen: “Stabiliremo regole semplici e chiare che dovranno essere applicate in maniera uniforme al fine di prevenire la fuga di migranti espulsi che non hanno più diritto a restare in Europa“.
Con la definizione “Ordine di rimpatrio europeo” si permetterà quindi ad ogni singolo paese di far riconoscere il provvedimento in automatico anche nel resto del territorio dell’Unione. Inoltre il sistema unico faciliterà l’esecuzione degli ordini, inasprendo anche le misure a carico di soggetti considerati particolarmente pericolosi per la sicurezza pubblica. A chi invece è ancora in attesa del rimpatrio con la forza, potranno essere applicati obblighi di cooperazione e conseguenze nel caso poi questi non venissero rispettati.