Migranti, scafisti lanciano la nuova tratta di schiavi: sui social a caccia di clienti, offrono pacchetti premium per vendere gli sbarchi in Italia
SCAFISTI A CACCIA DI MIGRANTI SUI SOCIAL
La tratta di esseri umani nel Mediterraneo è cambiata, si è evoluta: ora i trafficanti usano i social come strumenti di marketing e gestiscono la migrazione clandestina come se fosse un business strutturato e moderno, per cui ora è ancora più difficile contrastare il fenomeno.
Lo rivela l’inchiesta giornalistica de Il Tempo, che ha scoperto come gli scafisti siano ora attivi sui social: hanno profili pubblici, con foto, video e contatti telefonici; pubblicano contenuti per promuovere i loro “viaggi”.
Alcuni profili vantano decine di migliaia di follower. I contatti non sono segreti, ma avvengono alla luce del sole: si può lasciare un messaggio direttamente sotto i post o chiamare i numeri indicati. Dopo un primo contatto, gli scafisti passano a chat private come WhatsApp e Telegram.

Nulla è lasciato al caso neppure per quanto riguarda la comunicazione, che è studiata come marketing: infatti gli scafisti mostrano foto delle imbarcazioni disponibili come se fossero prodotti da scegliere – motori, barche, rimesse dove vengono costruite o riparate – e pubblicano video in mare aperto per dare l’impressione di poter garantire un viaggio sicuro.
Usano anche messaggi in codice, tramite emoji, per comunicare con i migranti. L’obiettivo è ispirare fiducia nel potenziale cliente e far credere che il viaggio sia relativamente sicuro e professionale.
“CAMPAGNE MARKETING” PER VENDERE GLI SBARCHI
I social, dunque, diventano un fattore di attrazione per i migranti: più i trafficanti pubblicizzano viaggi facili, più persone nei Paesi di origine decidono di partire, e ciò incide sull’aumento dell’immigrazione irregolare. Gli scafisti non sono più quelli di una volta: questa figura si è trasformata, infatti ora esistono veri e propri intermediari digitali, “facilitatori”, che sono parte di un’industria criminale molto organizzata.
L’inchiesta de Il Tempo mostra anche come i viaggi vengano proposti come pacchetti turistici, con offerte di viaggio dai prezzi variabili (da mille a quattromila dollari) a seconda della “qualità” del viaggio, fino ai pacchetti premium o first class, con barche veloci, comfort, bambini gratis, pagamenti posticipati e persino passaporti falsi.
Facebook è il centro principale, a seguire Instagram e TikTok, ma gli annunci per migranti non sono solo testuali: si usano emoji, simboli e infografiche come linguaggio cifrato per aggirare i filtri automatici. I trafficanti, infatti, hanno creato un linguaggio visivo e universale, comprensibile dai migranti ma ignorato dagli algoritmi di controllo, così da pubblicizzare viaggi e contatti senza essere bloccati dalle piattaforme.
