Ha lavorato come designer tecnico per marchi come Prada, Miu Miu, Louis Vuitton e Salvatore Ferragamo, finché ha rilevato l’azienda dei genitori che produce scarpe, riversandovi tutta la sua esperienza. Fernando Moschini è il titolare di Silfer Shoes, un’azienda al 100% toscana che lavora a mano pelli locali vendendole in tutto il mondo. Ilsussidiario.net ha intervistato Moschini, presente con il suo marchio all’Artigiano in Fiera.
Come è nata la sua azienda e in che modo ha deciso di rinnovarla?
La mia azienda è nata a cavallo degli anni ’70 e io ne sono diventato l’amministratore subentrando ai miei genitori quando sono andati in pensione. Inizialmente era un’azienda di piccole dimensioni, che lavorava articoli in pelle per conto di altre società calzaturiere. Di recente abbiamo esteso le nostre produzioni, creando prodotti artigianali locali interamente realizzati da noi. Negli ultimi cinque anni ho iniziato a internazionalizzare la mia azienda e oggi tra i miei clienti ci sono le grandi catene di Asia, Usa e Regno Unito.
Che tipo di prodotti vendete?
Il nostro è un prodotto abbastanza giovane e riesco a coprire una vasta gamma di clienti. Il fatturato è in buona crescita, malgrado tutte le difficoltà presenti in questo momento nell’economia internazionale. Il nostro obiettivo è quello di riuscire ad associare un buon prodotto a un prezzo conveniente, almeno come vendita diretta perché poi giustamente i negozianti hanno le loro ricariche, così come noi abbiamo le nostre spese. Naturalmente la nostra è una lavorazione artigianale, ben curata, ma che non ha la freddezza dei prodotti industriali.
Come realizzate la lavorazione?
Le maggior parte delle pelli provengono da Santa Croce sull’Arno (Pisa), poi abbiamo dei fornitori anche da Arzignano (Vicenza), e le suole le facciamo noi artigianalmente o provengono dai nostri fornitori nelle Marche. I nostri materiali sono quindi al 99% italiani e al 90% toscani. La maggior parte sono in pelle, in quanto il tessuto è qualcosa che non si accompagna molto alla nostra linea. Qua con me per esempio ho delle Clark cucite a mano, interamente in pelle, con una fodera in pelle o in lana cotta o in lana al 100%, e delle suole di para di caucciù. Quest’ultime, a differenza dei prodotti sintetici, hanno la caratteristica della morbidezza. Essendo cucite a mano a un prezzo contenuto, riesco a guadagnare qualcosa facendo contenti anche i clienti. Il mio obiettivo infatti è quello di mantenere il rapporto con il cliente, e non di vendere una volta e “chi si è visto s’è visto”. Ho tutta la volontà per fare riuscire al meglio questo mio progetto di lavoro, la cui finalità per me è aprire un mio negozio e nello stesso tempo vendere ai distributori in tutto il mondo.
Per il momento attraverso quali canali raggiungete i vostri clienti?
Per accompagnare questo mio progetto di vendita al dettaglio ho creato una partnership con una piattaforma di e-commerce, che mi ha creato un sito, moda80.it, sul quale sono esposti esclusivamente i miei prodotti. Silfer Shoes (silfershoes.com) in futuro diventerà una linea all’insegna dell’eleganza, mentre Moda 80 è pensata come una versione un po’ più casual e molto sportiva. E’ un po’ il mio modo di vestirmi, mi ci ritrovo e immagino che anche per le altre persone sia lo stesso. Qualsiasi prodotto della mia famiglia deve infatti rispecchiare quello che sono io, cercando nello stesso tempo di abbracciare il maggior numero di persone possibili.
Come conciliate qualità e prezzo nella lavorazione manuale?
La lavorazione manuale richieste più tempo, ma dipende dalla nostra abilità il fatto di trovare il modo per impiegare il minor tempo possibile. In questo momento sto cercando di fare un prezzo vantaggioso, per fare sì che il mio prodotto sia conosciuto. Quando ciò avverrà, potrò anche chiedere quello che è realmente il valore del prodotto. E’ difficile però spiegare un paio di scarpe a parole. Diverso è se uno invece sa che un marchio di calzature realizza prodotti dal giusto prezzo e che durano anni, al contrario di quanto accade troppo spesso: uno acquista un prodotto e dopo pochi giorni è da buttare.
Dove ha acquisito le competenze per svolgere il suo lavoro?
Ho fatto parte dell’Unione stilisti italiani e dell’Euro Fashion Design, sono un tecnico di calzature e ho lavorato in aziende di primo livello nazionale, creandomi un bagaglio di esperienze che ho poi riversato completamente nell’attività mia e dei miei genitori.
Qual è la soddisfazione più grande che riceve dal suo lavoro?
La soddisfazione più grande è che, qua a Milano come in occasione di altre Fiere artigianali cui ho partecipato, le signore vengono, acquistano le mie scarpe e, dopo averle provate, vanno via con quelle mettendo il paio con cui erano venute in un sacchetto. E’ un particolare, ma mi riempie di orgoglio perché fare le scarpe è una lotta infinita dove si riesce a farsi apprezzare solo con la passione e con la grinta.
Perché, anche in un momento di crisi, il suo fatturato è in crescita?
Innanzitutto ho avuto bisogno di investimenti. Inoltre in passato ho fatto design tecnico per aziende che producono per Ferragamo e Louis Vuitton, acquisendo esperienza. Quando ho presentato le mie calzature sulle fiere, hanno iniziato a vendere sempre di più e con il tempo ho acquisito clienti sempre più grandi e ordini maggiori. Naturalmente avrò bisogno di qualche anno per stabilizzarmi, ma anche nel 2011 riuscirò a mettere il segno più sul mio bilancio.
(Pietro Vernizzi)