Formigoni ha accettato le dimissioni del direttore dell’Asl 1 di Milano, precisando, tuttavia, che la mozione di sfiducia approvata in Consiglio rappresenta la deriva giustizialista dell’opposizione.
Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, ha accettato le dimissione del capo dell’Asl di Milano 1, la più grande di Italia, con 73 comuni rappresentati, sfiduciato martedì dal Consiglio regionale. Pietrogino Pezzano, 63 anni, era stato al centro delle polemiche fin dalla sua nomina il 23 dicembre, contestata da una rappresentanza di 30 sindaci dell’hinterland milanese, guidata dal primo cittadino di Vanzago, Roberto Nava, a causa di una foto che lo ritraeva assieme a due boss dell’ndrangheta.
«Ho incontrato due persone che conoscevo, la moglie di Polimeno stava male e così mi hanno chiesto un aiuto da medico, ho fatto il mio dovere: avessi avuto qualcosa da nascondere li avrei incontrati in un bar?», aveva detto Pezzano in sua difesa. «La mozione delle opposizioni approvata in Aula è il segno di una deriva giustizialista», ha commentato Formigoni, aggiungendo: «Viene condannata con rito sommario davanti alla pubblica opinione una persona che non ha neppure ricevuto un avviso di garanzia. Il tutto in assenza di qualunque avvio di procedimento dell’autorità giudiziaria».
La sfiducia, in ogni caso, giunge per l’incuria, forse voluta (un regolamento di conti interno?), della maggioranza. Tre consiglieri del Pdl, infatti, non hanno rispettato l’ordine di scuderia di disertare li Consiglio per fare mancare il numero legale. Ora alla Regione restano 60 giorni per decidere con chi sostituirlo. Nel frattempo, ci sarà ad interim Giuseppe Imbalzano, 58 anni, nato a Cosenza, attuale direttore sanitario.