La settimana di Israele a Milano è un evento davvero particolare, con risvolti tangibilmente rilevanti, anche sotto il profilo simbolico.
Economia, arte, sanità e welfare, ricerca, cultura sono le categorie principali in cui, grazie al lavoro di questi giorni, si realizzeranno, con un approccio sistematico, progetti e partnership operative a livello italo-israeliano e con una leadership nazionale per il territorio milanese e lombardo.
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Si può dire, quindi, che, sulla base di una reciproca conoscenza in settori chiavi, Italia e Israele vogliono cementare, mostrandola pubblicamente, un’amicizia inserendola in una prospettiva di programmazione condivisa e pluriennale. Il tutto nel nome dell’eccellenza e dell’innovazione.
L’importanza di queste collaborazioni, sancite in molteplici accordi e incontri, può essere, pertanto, colta, sotto un primo profilo, proprio per la scelta italo-lombarda di vedere nello Stato Ebraico un partner privilegiato. Questa decisione premia la capacità di Israele, autentico laboratorio di innovazione e creatività, di essere diventato negli anni una realtà di riferimento nel contesto mondiale.
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In questi giorni, a Milano, è possibile conoscere l’eccellenza israeliana fondata, senza dubbio, su una peculiare valorizzazione del capitale umano. La società di Israele presenta, infatti, una caratteristica straordinaria e non sempre adeguatamente apprezzata: la promozione della persona, sempre responsabilizzata e sempre messa nella condizione di esprimere il proprio, unico e irripetibile, valore. Ed è anche per questa ragione che uno Stato, assediato da vicini ostili fin dal sua nascita, coacervo di molteplici identità e provenienze, ha saputo costruire, talvolta contro ogni logica e previsione, un modello economico, sociale e culturale in grado di mettersi in gioco di continuo raggiungendo risultati formidabili.
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Israele è l’emblema della dinamicità, della progettualità sociale, dell’operare costantemente verso obiettivi nuovi. Israele è il simbolo di un Paese, giovane e vivace, che non ha paura di porsi nuovi sfide e di impegnarsi per vincerle.
Nei prossimi anni, sempre più, il nostro Paese potrà, dunque, nel momento in cui approfondirà le partnership con le realtà israeliane e darà concretezza a una prospettiva compiuta di internazionalizzazione, conoscere progettualità e conquiste che potranno assicurare vantaggi e riferimenti di primaria importanza.
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Ma la settimana israeliana a Milano è significativa anche per altri motivi simbolicamente tangibili. Nel momento in cui il Medio Oriente, nel suo complesso, è attraversato da movimenti di liberazione, nel senso della democrazia e del riconoscimento dei diritti umani, si lancia, dall’Italia e da Milano, un messaggio fortissimo. Sembra quasi che rafforzare il legame con Israele significhi testimoniare come l’Occidente, finalmente, voglia uscire dal torpore e dall’immobilismo che lo ha attanagliato negli ultimi anni.
Israele, quale unica democrazia del Medio Oriente, in altre parole, viene descritto e rappresentato come amico autorevole per un’Italia che vuole essere protagonista internazionalmente, senza però giungere più a compromessi con regimi che non conoscono il significato della libertà e dei diritti.
Oggi, da Milano, parte, dunque, un segnale chiarissimo e che potranno sentire anche le masse che in Siria, in Libia, e nell’intero mondo arabo, lottano ormai quotidianamente, rischiando la vita, per costruire società più giuste, emancipate dalle tirannie che le governano da sempre.
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Quando prevale un sistema democratico, inevitabilmente, Paesi come il nostro sono in prima linea per realizzare partnership, per sostenere una sviluppo economico, per assicurare occasioni di crescita a favore di società libere.
Per questa ragione viene da dire che il significato più grande che emerge dalle giornate milanesi, più che certificato dagli accordi raggiunti, è impersonificato nell’indicazione programmatica che propone: come Israele ha saputo consolidare il proprio apparato democratico, così lo potranno fare le donne e gli uomini che nel Medio Oriente, con coraggio unico, stanno lottando in queste ore per affermare una prospettiva di giustizia e pace.
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Masse che, come il Popolo di Israele, non dovranno essere lasciate sole ma che potranno trovare amici e partner in Italia.