E’ polemica tra il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni e il primo cittadino di Milano, Giuliano Pisapia. Oggi, in tutta la provincia milanese, è il primo giorno di scuola per 440mila studenti di elementari, medie e superiori. Il sindaco meneghino, per l’occasione, ha rivolto agli alunni il proprio augurio. Schierandosi, non troppo implicitamente, a favore della scuola di Stato, e sottolineando, quindi, la sua avversione a quella privata. Il che, è stato immediatamente denunciato dall’inquilino del Pirellone. Pisapia, nel saluto ai ragazzi, ha sottolineto l’importanza dell’impegno di tutte le istituzioni nel far sì che «la scuola funzioni al meglio, è un nostro preciso dovere lavorare perché l’istruzione pubblica possa darvi una formazione moderna e completa, in grado di aiutarvi nel percorso di crescita e cittadinanza». Poi, ha continuato, aggiungendo che «la scuola pubblica» rappresenta lo strumento privilegiato per far conoscere agli alunni i propri diritti e i propri doveri, e per introdurli nel Paese come cittadini. Ha, inoltre, ricordato l’articolo 34 della Costituzione che afferma che la scuola è aperta a ciascuno e che chi è meritevole e capace, ma privo di mezzi ha il diritto di raggiungere in ogni caso i gradi più alti. Poi, ha ricordato, sempre citando la Costituzione,che «enti e privati hanno il diritto di istituire scuole e istituti di educazione, senza oneri per lo Stato». Ebbene: secondo Formigoni, la lettera di Pisapia è troppo insistente su certi concetti per non essere faziosa e non aver voluto surrettiziamente introdurre una visione dell’educazione precisa. Al governatore lombardo, in particolare, non è andata giù la ripetizione di alcuni vocaboli. «Mi sembrano auguri molto parziali, con quella parola ripetuta tre volte in poche righe di messaggio avrei preferito che si rivolgesse a tutti quanti gli studenti, quelli delle paritarie hanno pari dignità degli altri», ha detto. Poi, ha ricordato come la differenza della Lombardia rispetto alle altre Regioni consista nell’aver istituito la dote per i genitori che scelgono di mandare i propri figli nelle scuole paritarie.
«Torniamo a un’idea di scuola dell’800 non si può far coincidere la scuola pubblica con quella statale», ha denunciato Formigoni, precisando che le scuole sorte da gruppi religiosi o laici svolgono la medesima funzione pubblica delle altre.