E’ cominciato lo sciopero dei mezzi pubblici anche a Milano, in concomitanza dell’agitazione di 24 ore proclamata dai sindacati per protesta per il mancato rinnovo del contratto di categoria, fermo dal 2007. Una agitazione che colpisce essenzialmente i cittadini che devono usare i mezzi pubblici per recarsi sul posto di lavoro. Ogni città segue orari e modalità diverse. Come sempre Milano si distingue per gli orari che colpiscono in modo particolare i cittadini scegliendo per lo stop le fasce orarie peggiori quelle maggiormente usate dai lavoratori. Mentre in tutte le altre città si cerca di venire incontro ai cittadini con fasce che permettono di poter agevolare il ritorno a casa a Milano in queste agitazioni si colpisce sempre con la fascia oraria peggiore. Lo sciopero infatti nella seconda fascia odierna comincerà alle ore 18 fino a termine servizio. La prima fascia di sciopero è invece cominciata alle ore 8 e 45 e terminerà alle ore 15, poi si tornerà a lavorare fino alle ore 18 e poi di nuovo sciopero. Praticamente uno sciopero che occupa l’intera giornata lavorativa. Come ha spiegato in una intervista a Ilsussidiario.net Rocco Ungaro, segretario della Filg-Cgil Lombardia, si tratta di uno sciopero che prend ein ostaggio i cittadini: i sindacati sono obbligati a comportarsi così, dice. «Credo – replica Ungaro – che lo sciopero sia un atto estremo. Lo è sempre. Ma, a maggior ragione, è da considerarsi tale quando parliamo di servizi pubblici. Viene, infatti, attuato prendendo “in ostaggio” i cittadini. Ogni volta che viene proclamato, quindi, lo facciamo con sofferenza». Il sindacalista ha poi spiegato: «Il contratto dei lavoratori del settore – afferma – è scaduto dal 2007; e, a mesi dall’ultimo sciopero convocato per chiederne il rinnovo, il governo ha pensato bene di non degnarsi neppure di aprire un tavolo di confronto con le parti. Dal canto loro, come se non bastasse, le associazioni delle imprese, Astra e Anad, alla firma del contratto dell’attività ferroviaria hanno disdettato l’accordo firmato a suo tempo con il governo Prodi, prima, e con il governo Berlusconi, poi».
Lo sciopero vede attualmente l’aderenza della stragrande maggioranza dei lavoratori del settore. Il blocco è quasi totale e di conseguenza l’uso della macchina privata oggi è stato scelto dalla maggioranza dei cittadini.