ELEZIONI/ Ghelfi (Tg2): ecco perché Berlusconi regalerà la Lombardia alla Lega

- int. Luciano Ghelfi

Secondo LUCIANO GHELFI (Tg2) il Pdl, se intende determinare le condizioni perché si renda necessario, a livello nazionale, un governo di larghe intese, dovrà sostenere Maroni

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Alfano, alla fine, sembra essersi accodato alla linea di Berlusconi: il Pdl, in Lombardia, ha bisogno di allearsi con le Lega. Ma se il Carroccio sa con certezza che il suo candidato alla guida della Regione è Maroni, il Pdl naviga a vista. Difficilmente potrebbe imporre ai leghisti un nome alternativo. Alfano, per questo, prende tempo. Alla manifestazione ”Sempre con gli italiani mai con la sinistra” ha spiegato che, a breve, saranno date indicazioni su chi competerà per la guida della Regione. Non si escludono le primarie: «perché ci siano – ha specificato – è bene che ci sia una coalizione e che vi siano candidati. Tutto questo lo decideremo la prossima settimana». Abbiamo fatto il punto sulla situazione con il giornalista Rai Luciano Ghelfi.

Crede che l’alleanza Pdl-Lega, alla fine, si farà?

Nel momento in cui c’è l’election Day, la Lombardia non è più questione affrontabile autonomamente ma diventa un tassello di una partita nazionale. Di conseguenza, il Pdl ha l’assoluta necessità di riagganciare la Lega, anche perché il dialogo con l’Udc è ormai chiuso. Lo scopo è quello di prevalere, attraverso il Veneto e la Lombardia, almeno al Senato, dove si produrrebbe una situazione di ingovernabilità tale da rendere necessario un governo di larghe intese. La legge elettorale, infatti, pare che non modificherà il sistema elettivo di Palazzo Madama su base regionale. 

Il Pdl dovrebbe “regalare” la Lombardia alla Lega, quindi

Esatto. E lo strumento del Pdl potrebbe consistere in primarie di coalizione che consentano di incoronare Maroni candidato alla presidenza senza perdere la faccia con i propri elettori.

E se vincesse qualcun altro?

Non credo che possa capitare. La militanza leghista si recherebbe in massa alle urne per votare il proprio segretario. Gran parte del Pdl, inoltre, soprattutto gli ex An e i “berluscones” sono favorevoli all’operazione. Il problema sono i formigoniani che appoggiano Albertini.

Che ne sarà di lui?

Potrebbe ribaltare il tavolo decidendo di partecipare alle primarie. Ma, finora, ha detto che non ha intenzione di competere. Oltretutto, difficilmente la sua candidatura potrebbe decollare senza il sostegno dell’Udc che ha deciso di appoggiare Ambrosoli.

E se spuntassero altre candidature? Si parla di Tremonti e Lupi…

Tremonti ha già fatto sapere che, in Lombardia, sosterrà Maroni. Lupi potrebbe rappresentare una candidatura terza e, avendo sempre tenuto i contatti con entrambe le fazioni, essere un punto di sintesi. E scompaginare le carte.

Su queste pagine Antonio Polito affermava che parte del Pdl – i formigoniani e gli alfaniani –, e parte del centro potrebbero candidare Albertini, mentre Maroni riceverebbe il sostegno dei fedeli berlusconiani oltre che, ovviamente, della Lega

E’ uno scenario verosimile. In cui, tuttavia, Ambrosoli vincerebbe a mani basse. Solamente un centrodestra che ritrovasse l’unità, infatti, potrebbe sperare di riuscire a mantenere la Lombardia.

L’alleanza del Pdl con la Lega coincide con la linea di Berlusconi. Assumerla, equivarrebbe alla rinuncia a qualunque ipotesi di autonomia dal fondatore e di rinnovamento del partito?

Il Pdl, ad oggi, non è ancora riuscito ad assumere una linea autonoma. Attualmente, l’unico punto di riferimento e l’unico collante del partito resta Berlusconi. Certamente, si tratta di un ritorno al passato. Ma, fin quando non ci sarà una reale operazione di innovazione e rottura (e dubito che le primarie possano rappresentarla) Berlusconi continuerà a dettare la linea politica. E ad essere quello che prende più voti.  

 

 

(Paolo Nessi)





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