Malpensa continua a declinare e a perdere passeggeri, mentre Linate non smette di crescere registrando il +6,2% nel gennaio 2012. Non si tratta però soltanto di una tendenza degli ultimi mesi. In dieci anni Malpensa ha subito un salasso di due milioni di clienti, mentre Linate ha registrato un incremento del 50% passando da sei a nove milioni di passeggeri. Come sottolinea Oliviero Baccelli, professore di Economia dei trasporti dell’Università Bocconi, “esistono dei limiti oggettivi che fanno sì che Linate non possa crescere più di così, e occorre quindi sviluppare Malpensa. Un obiettivo che può essere raggiunto puntando soprattutto sulle compagnie asiatiche e mediorientali e sul low cost”.
Professor Baccelli, in che modo è possibile rispondere alla saturazione di Linate?
La questione principale è che, a meno di voler modificare il decreto Bersani, è assai difficile immaginare una diversa regolazione di Linate, che impone il limite di traffico a circa 10 milioni di passeggeri l’anno. Anche se si dovesse abolire quel limite, non si potrebbe andare molto più in là perché Linate soffre di una serie di altri problemi per quanto riguarda soprattutto il parcheggio degli aeromobili. In ogni caso, Linate non potrebbe andare quindi oltre i 12-13 milioni di passeggeri.
Come si fa quindi a sviluppare Malpensa?
In primo luogo, esistono già delle indicazioni abbastanza chiare, in quanto alcuni vettori asiatici e mediorientali hanno già indicato un incremento del numero di voli su Malpensa. Tra questi ci sono Emirates, Qatar Airways e Air China. Alcuni vettori low cost, come Easy-Jet che è al 32% del traffico di Malpensa, o AirOne, hanno già indicato i loro piani per l’intero 2012. Le uniche strade percorribili per Malpensa sono quindi quella di rafforzare la componente low cost più evoluta e puntare sui vettori mediorientali e asiatici, cercando di superare i limiti imposti dagli enti bilaterali, interpretati in maniera particolarmente restrittiva dal ministero italiano dei Trasporti, che quindi non permettono a Singapore Airlines di far proseguire fino a New York il suo volo che atterra a Malpensa da Singapore. Questo tuttavia permetterebbe di aggiungere altri voli passeggeri differenziando ulteriormente l’offerta.
Quali possono essere le prospettive di Malpensa nel medio-lungo periodo?
Nel medio-lungo periodo, la prospettiva interessante potrebbe essere quella di cercare di incrociare gli interessi di compagnie mediorientali e asiatiche con vettori europei che siano in grado di creare un meccanismo di rete, lavorando sempre a fianco con una delle tre grandi alleanze: Star Alliance, One World e Sky Team. Dal punto di vista tecnico One World, la compagnia guidata da British Airways, Iberia e Air Berlin, potrebbe essere interessante per Malpensa.
Lei che cosa ne pensa dell’ipotesi di vendita di quote Sea a Gamberale?
Staremo a vedere che cosa accadrà, l’accordo non è ancora stato firmato. E’ chiaro che il Comune ha un problema urgente di cash, e l’unico asset vendibile in tempi brevi e a prezzi congrui è quello.
Quali possono essere invece le prospettive di Orio al Serio, che mostra dati molto interessanti di crescita?
I dati sono interessanti, ma dipende fortemente da Rianair ed essendo l’aeroporto di Bergamo è incastrato in un contesto urbano sensibile e ha limitate capacità di crescita. L’alternativa è tra scegliere se mantenere DHL all’interno del sedime aeroportuale oppure convincerla ad andare a Malpensa e quindi estendere ulteriormente il terminal passeggeri e incrementarlo ulteriormente di qualche centinaio di migliaia di utenti l’anno. Anche Orio al Serio però è già vicina alla soglia massima.
Malpensa può trasformarsi in un “hub low cost” ispirandosi a Orio al Serio?
In parte lo è già, in quanto circa il 40% dei traffici complessivi di Malpensa sono legati al low cost. La corretta via di sviluppo è una diversificazione tra gli operatori, merci e passeggeri. Il settore merci a Malpensa conta molto, e quindi è bene cercare di valorizzare tutti coloro che possono cercare di offrire un contributo tra gli oltre cento vettori che fanno scalo a Malpensa.
La Lombardia ha tre aeroporti in cento chilometri. E’ necessario chiudere Linate?
No, il sistema lombardo è il terzo in Europa per numero di passeggeri per origine e destinazione. E’ dunque un sistema importante ed è corretto che sia servito da tre aeroporti. Londra è servito da sei scali, Parigi da due, Milano ne ha tre e vanno sfruttati tutti e tre. Sono infatti degli asset che permettono ai passeggeri lombardi di avere ampia scelta. L’obiettivo ultimo della pianificazione nel settore dei trasporti deve essere quello di valorizzare il rapporto tra vettori e passeggeri e incentivare la concorrenza. Certo, un sistema come questo potrebbe essere raffinato con aspetti di dettaglio sull’accessibilità agli aeroporti e di maggiore attenzione al rispetto delle regole, previsto per Linate dal decreto Bersani bis.
(Pietro Vernizzi)