STOP DIESEL A MILANO/ Perché Sala preferisce la politica dei divieti a quella degli incentivi?

- Patrizia Feletig

Dopo l'annuncio del sindaco Sala che dal gennaio 2019 scatterà il blocco delle auto a gasolio, per la Regione Lombardia è meglio puntare su una politica di incentivi. PATRIZIA FELETIG

giuseppe_sala_lapresse_2018 Giuseppe Sala, sindaco di Milano (Lapresse)

Scatto in avanti di Milano rispetto a tutte le città europee, che dopo il Dieselgate avevano proclamato il bando dei motori diesel in città. Bruciando sui tempi non solo Roma, che ha programmato un provvedimento anti-gasolio nel 2024, ma anche quello annunciato con grande clamore da Parigi e Copenhagen, il sindaco Beppe Sala ha reso noto che dal 21 gennaio 2019 nel capoluogo lombardo sarà istituita una Low emission zone (Lez). Si tratta di un’area videosorvegliata che allarga l’attuale area C, zona a traffico limitato, estendendola in modo da coprire circa il 70% del centro abitato, all’interno della quale i veicoli a gasolio non potranno più circolare. Più virtuosa di Milano c’è solo Amburgo: da aprile di quest’anno la circolazione dei motori diesel, persino nella loro versione avanzata Euro 5, è vietata per le strade della città anseatica.

L’annuncio del sindaco di Milano è arrivato un paio di settimane fa, in occasione del faccia a faccia pubblico con la sindaca Virginia Raggi ospitato nella prima giornata del Festival dell’Energia. Tra circa sei mesi, dal lunedì al venerdì, dalle 8.30 alle 19.30 (ma si sta ragionando anche sull’ipotesi di estendere il blocco al sabato e oltre le 19,30), i mezzi diesel Euro 0, 1, 2 e 3 non potranno più entrare nel perimetro Lez, con l’intenzione di liberare progressivamente la città da tutte le auto diesel entro il 2025. Il passo successivo sarà estendere nell’ottobre 2020 il divieto ai diesel Euro 4 e, in seguito, con un percorso che si concluderà alla fine del 2024, escludere anche i turbodiesel Euro 6, quelli di ultima generazione ritenuti ecocompatibili. “E’ un passo che riteniamo di poter fare adesso in modo graduale. Sarà un passaggio delicato, ma si potrà fare”, sostiene fiducioso Sala, sebbene siano subito fioccate le proteste dei commercianti sulla Lez, che pure in Regione ha incontrato una diversità di pareri.

“Alle politiche dei divieti io preferisco quelle basate sugli incentivi” ha commentato l’assessore all’ambiente e al clima di Regione Lombardia, ricordando che solo il 25% degli inquinanti presenti nell’aria milanese è imputabile alla circolazione dei mezzi, anche se questo non significa che non bisogna intervenire con buone pratiche per ridurre le emissioni, perché la qualità dell’aria rimane il punto critico in Lombardia, in particolare nell’area metropolitana.

L’attivazione della Lez prevede l’installazione di 180 telecamere con il compito di monitorare il territorio, comminando multe certe di 80 euro agli automobilisti colti in infrazione. A breve partirà una capillare campagna di sensibilizzazione e lo strumento dissuasivo entrerà in funzione progressivamente: a gennaio saranno accese le prime 12 telecamere.







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