Attentato contro scuola cattolica di Minneapolis: 2 bimbi morti, killer 23enne trans suicida. Nei video gli obiettivi, dai cristiani agli ebrei fino a Trump

COS’È SUCCESSO ALLA SCUOLA CATTOLICA DI MINNEAPOLIS E COME TUTTO ERA STATO ANNUNCIATO IN UN VIDEO

Ha avuto un’eco importante ieri la strage alla scuola cattolica di Minneapolis, ma forse meno di quanto si potrebbe immaginare con questa semplice sequenza di fatti: un attentato d’odio contro cattolici, davanti alla scuola dell’Annunciazione durante la Santa Messa nella chiesa attigua, con un killer (poi suicida) transgender che aveva in odio cristiani, ebrei e il Presidente Trump. E il tutto colpendo e uccidendo 2 bambini, ferendone altri 17 (di cui 7 gravi) con anche 4 adulti ricoverati in gravi condizioni. Tutto questo nella civile Minneapolis, città simbolo del Minnesota governato dal Dem Tim Walz (ex vicepresidente in pectore di Kamala Harris alle ultime Presidenziali).



È uno choc enorme quanto avvenuto nella mattinata americana del 27 agosto 2025, con un bilancio tragico e con mille quesiti ora su come sia stato possibile che le avvisaglie avute su Robin Westman (nato in realtà Robert, ma che si identifica come donna dall’età di 17 anni) nei suoi attacchi social d’odio contro cattolici e israeliani non siano mai sfociate in una verifica preventiva. Quanto avvenuto alla Annunciation School è purtroppo tremendamente “semplice”: alla Messa del mattino a cui partecipavano bambini, insegnanti e alcuni genitori, il 23enne attentatore ha prima sbarrato le porte della cappella, poi ha sparato con un fucile a pompa regolarmente acquistato dalle finestre compiendo un’autentica stage.



L’abbraccio del prete ai giovani dopo l’attentato alla scuola di Minneapolis (ANSA-EPA 2025)

2 bambini, di 8 e 10 anni, morti sul colpo, 17 feriti di cui 7 molto gravi, con alcuni adulti coinvolti nel ferimento e con anche eroici salvataggi di alcuni insegnanti che hanno evitato il peggio per altri minorenni presenti durante la messa cattolica. Dopo un breve fuga, Westman si è fermato all’interno del parcheggio della scuola e si è ucciso, anticipando l’arresto delle forze dell’ordine giunte dopo gli spari e le urla dei presenti.

Sui fucili usati durante la strage trovata la scritta “uccidi Trump” e “Israele deve morire”: secondo quanto rivelato stamane dal direttore dell’FBI, Kash Patel, la sparatoria di Minneapolis è da considerarsi «terrorismo e attentato con crimine d’odio contro i cattolici». È di recente lo studio proprio dell’Agenzia sui crimini d’odio in rapido aumento contro cattolici e ebrei in terra americana, ma la sparatoria avvenuta nella scuola di Minneapolis rappresenta purtroppo un vertice drammatico di una piramide di violenze e odio profondo.



CHI È IL TRANS ATTENTATORE: ODIO CONTRO CATTOLICI, EBREI E LA PRESIDENZA TRUMP

Robert Robin Westman si era diplomato proprio alla scuola dell’Annunciazione nel 2017, poco prima di volersi far riconoscere come donna trans: ed è proprio nella Cristo Rey High School che ieri è entrato in azione, mettendo a frutto un piano lucidamente studiato forse da tempo come dimostrano i materiale i video-manifesto apparsi su YouTube poco prima della sparatoria (poi rimossi dall’FBI per poterli analizzare a fondo).

Robin Westman, il killer trans suicida nell’attentato alla scuola cattolica di Minneapolis (ANSA-EPA 2025)

«So di non essere donna ma non mi sento uomo», annota nei suoi diari dopo il cambio di identità concesso dall’amministrazione USA appena nel 2020: nel suo testamento “manifesto” apparso sui social, Westman sottolinea di precedere un «attacco facile» sulla scuola dell’Annunciazione, in quanto «posso fare una tragedia devastante con buona combinazione di facilità di riuscita». Spiega di voler evitare i genitori e voler colpire solo i bambini e gli insegnanti, con strani codici aggiunti ai fogli del suo diario in cui cerchia il punto dove si sarebbe dovuto uccidere al termine della sua “missione”.

È un attentato in piena regola con motivazioni e moventi al limite del paranoico: «Dove è il tuo Dio? Questo è per i bambini», si trova scritto in un’altra immagine sulle sue armi, con lo steso Gesù Cristo identificato come bersaglio del suo odio assurdo. Ma se la prende anche con «gli ebrei sionisti», e pure contro il Presidente degli Stati Uniti, «voglio uccidere Musk, Trump o qualche altro dirigente importante».

IL TELEGRAMMA DI PAPA LEONE XIV DOPO L’ATTENTATO DURANTE LA SANTA MESSA (E LE ASSURDE PAROLE DEL SINDACO DI MINNEAPOLIS)

E in tutto questo, l’eco dell’orrendo attentato di Minneapolis è stato accompagnato dai tentativi (della stampa come del sindaco progressista Frey) di “oscurare” un semplice fatto, ovvero che il killer fosse trans. Non che questo ovviamente implichi che l’intera comunità arcobaleno abbia responsabilità, ma fa specie dover celare una parte della verità (tra l’altro maldestramente, visto che i social di Westman già dicevano tutto) con il consueto doppiopesismo.

Se suprematista bianco il killer va esplicitato subito, così se israeliano o afroamericano: se invece musulmano o in questo caso transgender, si preferisce non citarlo per non «creare stigma sulla comunità trans». Fanno così discutere le parole proferite ieri dopo la strage di Minneapolis dal sindaco della città, il dem Jacob Frey: «non bisogna demonizzare la nostra comunità trans o qualsiasi altra comunità», anche se fin qui è comprensibile il non voler generare stigma sull’intera rete arcobaleno per l’azione terroristica di un singolo membro.

Strage di Minneapolis, parla il sindaco Dem Jacob Frey (ANSA-EPA 2025)

Il problema viene nelle parole riferite subito dopo negli interventi sui media USA dello stesso sindaco di Minneapolis: «Non dite che in questo momento si tratta solo di pensieri e preghiere, questi bambini stavano pregando letteralmente. Era la prima settimana di scuola: erano in chiesa ma dovrebbero studiare con i loro amici, dovrebbero giocare». Come se fosse una sorta di “colpa” l’essere stati raggiunti dagli spari del killer all’interno della Santa Messa nella scuola dedicata all’Annunciazione di Maria.

La Chiesa Cattolica ha espresso invece subito grande cordoglio e solidarietà all’intera comunità colpita ieri nell’attentato di Minneapolis: con un telegramma inviato da Papa Leone XIV (con la tradizionale firma in calce del Segretario di Stato, il cardinale Parolin) dall’arcivescovo di Saint Paul e Minneapolis, Bernard Hebda, il Vaticano esprime il «dolore profondo del Santo Padre e la tristezza per la sparatoria presso la Annunciation Church».

Nel testo scritto Papa Leone XIV esprime le condoglianze e la vicinanza spirituale, specie per le famiglie «che piangono la perdita di un figlio»: il Pontefice affida all’amore di Dio le anime dei piccoli morti nella strage, pregando anche per i feriti e l’intera comunità locale, infondendo «pace, fortezza e consolazione in Gesù». Lo stesso Presidente degli USA Donald Trump e il vicepresidente J.D. Vance hanno espresso cordoglio e vicinanza, invitando a pregare gli uni per gli altri davanti a questa tragedia immonda.