Mobilità docenti, blocco trasferimenti fino a 7 anni/ Lombardia e Veneto, nuova bozza

- Silvana Palazzo

Mobilità docenti, blocco trasferimenti fino a 7 anni. Lombardia e Veneto, cosa dice la nuova bozza sull'autonomia: M5s la spunta sulla Lega

giornata mondiale degli insegnanti Immagine di repertorio (LaPresse)

La nuova bozza sull’autonomia prevede il blocco dei trasferimenti fino a 7 anni per gli insegnanti. La Lega, costretta dal M5s a rinunciare alla scuola regionale, ha ottenuto vincoli più stringenti alla mobilità dei docenti. Quindi sette anni anziché 5 per contenere i buchi in organico creati con i trasferimenti al Sud. L’obiettivo della Lega era quello di regionalizzare la scuola e gli insegnanti pagando di più quelli delle regioni più ricche (e più efficienti) come Lombardia e Veneto. Non sono mancate le proteste dei governatori Zaia e Fontana, i leghisti hanno ingoiato il boccone amaro. Del resto quanti professori del Sud sarebbero stati disposti a farsi inquadrare nei nuovi ruoli regionali pur con l’incentivo economico promesso? E poi l’aspirazione di affidare le scuole di queste due regioni a docenti lombardi e veneti era destinata a scontrarsi con la realtà di un territorio dove gli aspiranti insegnanti latitano da sempre per la concorrenza del privato. Quindi difficilmente avrebbero cambiato idea grazie ad un piccolo incentivo economico.

MOBILITÀ DOCENTI, BLOCCO TRASFERIMENTI FINO A 7 ANNI

Escluso l’articolo 12 del testo Stefani, si tratta sull’ipotesi di rendere più stringenti i vincoli alla Mobilità docenti in Lombardia e Veneto, visto che negli ultimi anni quasi un quarto degli insegnanti ha fatto le valigie. Secondo quanto riportato da Orizzonte Scuola, queste due regioni potrebbero chiedere dunque di bloccare per 7 anni i trasferimenti, mentre la legge attualmente prevede un vincolo di 5 anni per i neo assunti. In questo modo si va incontro a difficoltà oggettive senza contraddire l’accordo firmato ad aprile dal ministro Bussetti con i sindacati. Inoltre, starebbe saltando anche il progetto di tali regioni di bandire concorsi regionali e non potranno intervenire sul curriculo scolastico. Ma i ripetuti “no” alle richieste di Lombardia e Veneto di regionalizzare i ruoli degli insegnanti stanno incendiando il dibattito sull’autonomia differenziata che da molte settimane si stava paralizzando in una serie infinita di vertici di governo. Le richieste hanno infatti scatenato le polemiche sulla distribuzione delle risorse finanziarie fra le regioni.





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