Il fermo imposto dalla procura europea a Federica Mogherini e altri due funzionari europei non può non avere una lettura politica. Che riguarda Ue e Nato

Ieri la polizia belga ha arrestato l’ex capo della politica estera dell’Unione Europea, Federica Mogherini, oggi rettrice del Collegio europeo. Ci sono altri due arrestati: uno è Stefano Sannino, ambasciatore ed ex direttore generale del SEAE (Servizio europeo per l’azione esterna) ed ora direttore generale della Commissione per il Mediterraneo. Il terzo fermato sarebbe l’italo-belga Cesare Zegretti, che occupa un posto di rilievo nell’amministrazione dell’università di Bruges oltre ad essere condirettore dell’Ufficio executive education, training and projects del Collegio stesso.



La Procura europea (EPPO) ha affermato che l’indagine si è concentrata su “sospette frodi relative alla formazione finanziata dall’UE per giovani diplomatici”, in pratica è ipotizzato il reato di corruzione. Il che ha comportato perquisizioni presso il Servizio diplomatico dell’UE a Bruxelles, al Collegio d’Europa e presso le abitazioni dei sospettati.



La notizia sta facendo molto rumore, grazie a quanti sanno fare 2+2 e conoscono la struttura degli uffici amministrativi di Bruxelles. Infatti il SEAE gestisce le relazioni diplomatiche dell’Unione Europea con altri Paesi al di fuori dell’UE e conduce la politica estera e di sicurezza dell’Unione, assistendo l’Alto rappresentante per gli affari esteri, che è Kaja Kallas. Questo significa che la polizia belga ha perquisito uffici alle sue dirette dipendenze.

Non deve sfuggire il peculiare contesto in cui il fermo è avvenuto. Da giorni in rete si rincorrono indiscrezioni che riguardano l’interessamento dei servizi americani, incaricati dallo stesso presidente Trump di fare luce sui gravi casi di corruzione di ministri e dirigenti ucraini vicinissimi a Zelensky, che avrebbero sottratto enormi somme dai finanziamenti europei e americani: un fatto che sta facendo infuriare i sostenitori del Presidente, già in subbuglio per la retromarcia sui files di Epstein e oltremodo scossi dall’omicidio di Charlie Kirk.



Ursula von der Leyen (s), presidente della Commissione Ue, con Kaja Kallas, Alto rappresentante per la politica estera (Ansa)

Come se non bastasse, si rincorrono addirittura insistenti voci del coinvolgimento di funzionari estoni e della stessa Kallas nella gestione del giro di denaro sottratto ai finanziamenti americani per l’Ucraina.

Diversi whistleblowers sostengono di sapere che Trump ha dato pubblicità all’indagine dei servizi USA per mandare segnali a Kallas e a von der Leyen affinché la smettano di mettersi di traverso ai piani di pace tra Russia e Ucraina che tanto gli premono. E fanno notare che, se è vero che l’indagine che ha portato a tre arresti riguarda attività svolte durante un precedente mandato, la polizia belga avrebbe perquisito anche gli uffici della Kallas.

Di lei ci si sta già chiedendo ciò che ci si domanda di Zelensky, ossia se entrambi possano non sapere ciò che succedeva nel raggio più ristretto delle rispettive strutture.

Da ultimo non si può non notare che la Mogherini è una “lettiana” Doc. Ottenne il ruolo di Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue grazie alle forti pressioni di Renzi, oppure fu imposta da élites di stretta osservanza europeista, la stessa cui appartiene storicamente Enrico Letta, se non altro come “risarcimento” per avere sloggiato l’ex segretario dem da Palazzo Chigi con il via libera di Giorgio Napolitano? Agli specialisti l’ardua sentenza.

Nel complesso non si può non rilevare una curiosa “conferma”. Se è vero che la Tangentopoli ucraina ha una evidente finalità politica, e pare stia funzionando da convincente argomento di moral suasion verso Zelensky, svelare nuovamente – dopo il Qatargate – che si respira corruzione anche nella trasparente (si fa per dire) casa europea, così ostile alla pace, sarebbe un avvertimento non da poco. Soprattutto dopo le dichiarazioni allarmanti di Cavo Dragone. Trump non può permettersi una NATO sbilanciata più verso la UE che verso gli Stati Uniti. Perderne il controllo sarebbe fatale. Per tutti.

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