Canicattì, spia l'ex moglie con app sul telefono con l'aiuto del padre e del figlio minorenne: dentista condannato a 1 anno e 8 mesi di carcere
Spiare il proprio partner è diventato molto semplice, ma resta comunque illegale. Lo ha compreso a sue spese un dentista di Canicattì, condannato per aver installato un’applicazione spia nel cellulare della moglie che lo aveva lasciato. In realtà, non è l’unico a essere stato condannato in questa vicenda, visto che ha chiesto aiuto a suo padre, anche lui medico. Ma questa sorta di vendetta è stata ordita anche con l’aiuto del figlio minorenne, perché il dentista non avrebbe potuto far da sé visto che non viveva più con la donna e necessitava di entrare in possesso dello smartphone.
Quindi, ha chiesto al figlio di installare l’applicazione e ha cominciato a intercettare l’ex, arrivando a sottrarle foto e conversazioni private. La donna però si è accorta di essere spiata ed è passata al contrattacco, così i due medici della provincia di Agrigento sono stati trascinati in tribunale, dove hanno deciso di patteggiare per evitare di subire un vero e proprio processo. Il gip di Palermo ha condannato l’ex suocero della donna a un anno e 2 mesi di carcere, mentre all’ex marito della vittima ha riconosciuto una pena di 6 mesi superiore.
SPIA EX MOGLIE CON L’AIUTO DEL FIGLIO MINORENNE
All’ex marito, un noto dentista di Canicattì, è stata riconosciuta una pena maggiore perché è stato accusato di un altro reato, cioè aver rivelato le conversazioni dell’ex moglie, e nello specifico la relazione con un altro uomo, al figlio affinché si allontanasse dalla madre. Stando a quanto riportato dal Corriere della Sera, che ha ricostruito questa vicenda, il software in questione è stato acquistato in rete al costo di 300 euro al mese e sarebbe stato utilizzato per due anni, dall’estate 2021.
Quindi, la donna è stata spiata, nello specifico sono state intercettate abusivamente le sue conversazioni e sarebbe state acquisite anche foto private per raccogliere informazioni sulla nuova relazione che aveva intrapreso la donna.
IL FENOMENO (ILLEGALE) DELLE APP SPIA
Questa vicenda di Canicattì conferma un fenomeno crescente, quello dell’utilizzo di applicazioni di spionaggio per raccogliere informazioni su ex partner. Della vicenda si è occupata anche Irpi Media dopo un attacco informatico a un’app che è stata poi ritirata dal mercato, Spyhide. Così è emerso che il software era stato acquistato e usato da 64 italiani per spiare segretamente 31 dispositivi in un arco temporale che va dal 2018 al 2023.
