È stato chiesto l'ergastolo per Monia Bortolotti: la donna è accusata del duplice infanticidio dei suoi figli, ma secondo la difesa va assolta
Si prepara a giungere alla sua conclusione il primo processo a carico di Monia Bortolotti, accusata del duplice infanticidio dei suoi due neonati perpetrati nell’arco di poco più di un anno tra il novembre del 2021 e l’ottobre del 2022: un caso che da parecchio tempo desta non pochi grattacapi ai periti chiamati a valutare la sanità mentale di Monia Bortolotti e l’effettiva causa di morte dei due neonati e che vede – come sempre accade in questi casi – due tesi completamente opposte tra loto.
Partendo dal principio è utile ricordare brevemente che i sospetti su Monia Bortolotti sono iniziati quando si è recata in ospedale perché il secondo figlio – Mattia – presentava problemi alla respirazione: i medici in quell’occasione scoprirono che anche la prima figlia della donna – Alice – era morta in circostanze sospette e decisero di monitorare la salute del piccolo; tutto fino a quando morì anche lui per un arresto respiratorio.
Scontro in tribunale sul caso Monia Bortolotti: la PM vorrebbe l’ergastolo, ma i difensori chiedono l’assoluzione
Come dicevamo prima, la versione di accusa e difesa su quanto accaduto ai neonati di Monia Bortolotti è profondamente differente: secondo la PM Maria Esposito a cagionarne il decesso sarebbe stata la stessa madre tramite – riferiscono i suoi periti – “soffocamento meccanico” perché sarebbe stata del tutto incapace “di reggere il loro pianto e lo stress di accudirli”; sostenendo la tesi che la donna avrebbe agito in piena coscienza dimostrando una completa “immaturità” e sentimenti “indagati” in quanto madre.

Dal conto della difesa di Monia Bortolotti, invece, si porta una strategia a doppio binario: sul primo ci sono le perizie che non sono riuscite – nel caso di Alice – a definire le cause effettive del decesso e – nel caso di Mattia – parlano di soffocamento dovuto a un rigurgito del piccolo; mentre sul secondo si fa fede anche alle perizie psichiatriche sulla donna che certificherebbero la sua incapacità di intendere e di volere, tali da averne causato il ricovero in una Rems.
Non stupirà che a processo in queste ore la PM Maria Esposito abbia chiesto per Monia Bortolotti l’ergastolo con sei mesi di isolamento diurno; mentre il suo difensore – il dottor Luca Bosisio – ne ha chiesto l’assoluzione perché il fatto non sussiste (in base alle perizie sui piccoli), oppure il proscioglimento (per via del vizio di mente certificato dagli psichiatri) e – ancora, nella peggiore delle ipotesi – il riconoscimento delle attenuanti generiche.
