Downgrade per molte banche regionali americane di medie dimensioni. Moody’s ha modificato al ribasso i giudizi sugli istituti di credito e messo sotto revisione, con rischio declassamento, una serie di operatori del credito di grandi dimensioni come Bny Mellon, Us Bancorp, State Street e Trust Financial. I declassamenti stabiliti lunedì 7 agosto hanno interessato una serie di istituti poco conosciuti dal pubblico come M&T Bank, Pinnacle Financial Partners, Prosperity Bank e Bok Financial.
L’agenzia ha modificato anche l’outlook in negativo per 11 istituti più grandi tra cui Capital One, Citizens Financial e Fifth Third Bancorp. Secondo l’agenzia di rating, per molte banche regionali la crisi è tutt’altro che un ricordo. “I risultati del secondo trimestre di molte banche hanno mostrato crescenti pressioni sulla redditività che ridurranno la loro capacità di generare capitale interno” ha spiegato Moody’s in una nota.
Preoccupa la riduzione della capacità di generare capitale
Come spiegato da Moody’s in un comunicato, alla possibile riduzione della capacità di generale capitale interno delle banche si aggiunge il rischio di una “lieve recessione nel Paese a inizio 2024, con la qualità degli attivi che sembra destinata a diminuire e rischi particolari nei portafogli di immobili commerciali di alcune banche”. Come spiega Milano Finanza, infatti, le elevate esposizioni agli immobili commerciali rappresentano un rischio importante secondo l’agenzia, a causa dei tassi di interesse elevati, del calo della domanda degli uffici a causa dello smartworking e della riduzione della disponibilità di credito.
L’ultima questione è legata alla fiducia: Moody’s ha spiegato che le banche con ingenti perdite sono vulnerabili a una perdita di fiducia nell’attuale contesto di tassi elevati. Per questo, dopo la crisi della Silicon Valley e Signature Bank, è cominciata una fuga dai depositi, che non si è placata nonostante le misure di emergenza assunte dalle autorità americane.