E’ giallo sulla morte di Antonio Martiniello, giovane arbitro di 31 anni deceduto ieri nel maceratese. Colpito un mese fa da un Daspo per aver dato una testata ad un calciatore al termine di una partita, il napoletano è finito sotto un treno all’altezza del comune di Porto Potenza Picena, provincia di Macerata, e non è ancora chiara la dinamica dell’incidente. Come racconta Studio Aperto, da diverse settimane agli arresti domiciliari perché denunciato per il reato di stalking dalla sua ex fidanzata e ieri, venerdì 7 marzo 2020 la Procura di Macerata aveva deciso di trasferirlo in carcere perchè aveva tentato di togliersi il braccialetto elettronico. Raggiunto dagli agenti, Martiniello avrebbe tentato di fuggire dal retro dell’abitazione, scavalcando una recinzione e ritrovandosi a ridosso dei binari. Poi, l’impatto mortale con il treno…
MORTE ANTONIO MARTINIELLO, I GENITORI: “NESSUN SUICIDIO”
Secondo quanto riferito dalle autorità, come dicevamo, il 31enne avrebbe tentato di togliersi il braccialetto elettronico ma, intercettato dai microfoni di Studio Aperto, il padre di Antonio Martiniello ha smentito questa ricostruzione: «Si è rotto, non è che se lo è tolto: si è rotto, sono venuti e gliene hanno messo un altro». I genitori non credono all’ipotesi del suicidio: «No, mio figlio no, non si è ammazzato: ha preso le chiavi della macchina, si è vestito, ha preso una carta di credito… se avesse voluto ammazzarsi non avrebbe preso tutte queste cose». Le indagini stabiliranno cosa è accaduto ieri pomeriggio: molte le zone d’ombra di questa vicenda. Il Giornale riporta che l’avvocato del ragazzo napoletano avrebbe provato più volte a contattarlo prima della tragedia, ma senza successo.