La morte di Fedele Bizzoca, avvenuta nella giornata di venerdì 3 settembre 2021 nella casa circondariale di Trani, ove era detenuto, ha posto seri interrogativi all’amministrazione penitenziaria, ai servizi socio-sanitari e alle autorità giudiziarie, che richiedono risposte concrete e indifferibili. Lo scrive il Garante nazionale, intervenuto a “verificare le sue condizioni di vita detentiva, su segnalazione del difensore e della Garante del Comune di Trani, Elisabetta de Robertis, nel corso della visita regionale condotta in Puglia nello scorso mese di luglio, incontrandolo personalmente all’interno della stanza di pernottamento in cui era collocato”.
Bizzoca, persona sofferente di una grave patologia psicofisica, era detenuto dal gennaio di quest’anno presso il carcere di Trani: l’incompatibilità con la detenzione in carcere era stata valutata e dichiarata da tempo dalle autorità sanitarie del carcere e dalla stessa direzione. Il Garante ha rivelato di avere riscontrato “l’assoluta inadeguatezza di tale collocazione, in una sezione a gestione esclusivamente penitenziaria, in cui non era predisposta alcuna assistenza sanitaria adeguata alla cura e al trattamento delle particolari condizioni di sofferenza della persona. Tutto era soltanto rimesso, insieme con la gestione complessiva dei bisogni quotidiani, al solo impegno degli agenti della Polizia penitenziaria. Le condizioni materiali e igieniche in cui lo si è ritrovato, si presentavano molto oltre ogni parametro di minima decenza e salubrità”.
MORTE FEDELE BIZZOCA: “UTILIZZO IMPROPRIO DELLA SEZIONE BLU”
La sezione di appartenenza di Fedele Bizzoca, inoltre, era la nota “sezione blu”, di cui era stata definita la chiusura nel mese di novembre 2020 “non soltanto la sua riattivazione, ma anche l’improprio utilizzo per la gestione di casi problematici, in particolare di natura psichiatrica. Fedele Bizzoca era in attesa di entrare nella residenza socio-sanitaria della quale era stata reperita la disponibilità dal mese di luglio: attesa determinata dalla ricerca di un soggetto che potesse far fronte al pagamento della retta”.
Tutte le circostanze riscontrate sono state portate all’attenzione della Magistratura di Sorveglianza di Bari, con la quale il Collegio del Garante nazionale ha tenuto un incontro al termine della missione. Si tratta di circostanze che interrogano non soltanto l’amministrazione penitenziaria, ma “l’intero sistema dei servizi sanitari e sociali: il Garante nazionale, oltre a offrire il proprio contributo di conoscenza alla Procura della Repubblica, che ha aperto l’ndagine sulle cause della morte, presentandosi nel processo come persona offesa, intende porre questi interrogativi a ogni soggetto responsabile per scongiurare il perdurare delle gravi mancanze che hanno segnato la detenzione di Fedele Bizzoca”.