Guerra a Gaza, Washington Post rivela che il Mossad si è rifiutato di attaccare Hamas in Qatar per non far saltare i negoziati per il cessate il fuoco
L’attacco aereo contro Hamas in Qatar non era nei piani di Israele, che aveva pianificato un’operazione di terra contro i leader del gruppo terroristico, ma il Mossad si è rifiutato di eseguirla. A svelare il retroscena è il Washington Post, secondo cui non è casuale il fatto che martedì, tra le dichiarazioni ufficiali, mancassero proprio quelle dell’agenzia di intelligence esterna.
Il giornale americano ha svelato che i 007 israeliani si sono rifiutati di attuare il piano che avevano elaborato nelle ultime settimane per uccidere i leader di Hamas con degli agenti sul campo.

Due israeliani informati sulla questione, ma rimasti anonimi, hanno spiegato che David Barnea, capo dell’agenzia di intelligence israeliana, ha espresso la sua contrarietà al piano, in parte nella convinzione che l’attacco potesse rompere il rapporto costruito con i qatarioti.
I RETROSCENA DELL’ATTACCO DI ISRAELE AD HAMAS IN QATAR
Anche se tutti i funzionari della sicurezza israeliani concordano sul fatto che i leader di Hamas vadano uccisi, anche quelli che vivono all’estero, molti nutrivano dubbi sulla tempistica dell’operazione, visto che i funzionari del gruppo che si stavano riunendo in Qatar, importante alleato degli Stati Uniti, stavano valutando la proposta del presidente americano Donald Trump di liberare gli ostaggi israeliani in cambio di un cessate il fuoco a Gaza.
Non potendo usare gli agenti del Mossad, Israele ha optato per l’attacco aereo, ma pare che l’operazione non sia andata a buon fine. Il gruppo terroristico ha dichiarato che i suoi funzionari di alto rango sono sopravvissuti; sarebbero morti diversi parenti e collaboratori della sua delegazione, oltre a un ufficiale qatariota.
Non ci sono elementi al momento per stabilire se un’operazione via terra avrebbe maggiori possibilità di successo, ma di sicuro il Mossad non era disposto a intervenire sul campo, ritenendo il Qatar un intermediario importante nei colloqui con Hamas.
PERCHÉ NETANYAHU HA IGNORATO IL MOSSAD?
Ci sono poi perplessità sulla tempistica dell’operazione voluta da Netanyahu. Una fonte ha riferito al Washington Post che nel Mossad c’è la sicurezza di poter catturare tutti i leader di Hamas in “uno, due, tre o quattro anni“, ma non c’è motivo ora di agire di fretta. Dietro la fretta di Netanyahu potrebbe esserci la convinzione che Hamas non avrebbe sostenuto l’ultima proposta negoziale di Trump.
Pare che anche il tenente generale Eyal Zamir, capo di stato maggiore delle Forze di difesa israeliane, si sarebbe opposto alla tempistica dell’attacco nel timore di far deragliare i negoziati, invece il ministro degli Affari strategici Ron Dermer e quello della Difesa Israel Katz avrebbero concordato con il primo ministro israeliano.
Ma per alcuni funzionari israeliani in carica e non, così come Netanyahu, martedì si era aperta una rara finestra in cui poter attaccare i leader del gruppo terroristico, tanto che era stata messa in conto la necessità poi di dover ripristinare le relazioni con il Qatar.
