Quarto Grado ha dedicato ieri un servizio al giallo del mostro di Firenze, domandandosi se Pietro Pacciani sia stato veramente uno dei killer più efferati di quegli anni. Sono passati 57 anni dal primo delitto, e forse siamo vicini ad una svolta. Pietro Pacciani si è sempre dichiarato innocente, con tanto di lacrime in aula, definendosi un contadino che lavora la terra. Fra il 1968 e il 1985 vennero uccise otto coppiette mentre erano appartate attorno alle campagne di Firenze, chi è stato ad ucciderle? Pietro Pacciani ha sempre negato le sue responsabilità, dicendo di aver “amato le donne”. Pochi anni fa è morto, da innocente ricorda Quarto Grado, ma il suo passato fa dubitare: le figlie lo avevano denunciato per stupro e a 26 anni era stato condannato per l’omicidio di un rivale in amore: che sia stato veramente lui? La “pistola fumante”, secondo chi indaga, è un proiettile ritrovato nell’orto di Pietro Pacciani, ma solo un depistaggio per lo stesso “killer” e i suoi avvocati difensori. Ma che ruolo ha avuto quindi? Per 4 dei duplici omicidi sono stati condannati Mario Vanni e Giancarlo Lotti, quest’ultimo reo-confesso, nonchè colui che punta il dito contro i “compagni di merenda”.
A 57 anni dal primo delitto del mostro di Firenze c’è un nuovo studio, la consulenza firmata da Fabiola Giusti e Stefano Vanini sulle larve di una coppia assassinata nel 1985, ultime vittime del mostro. Per Antonio Mazzeo, avvocato del nipote di Vanni: “Gli entomologi ritengono che l’omicidio sia avvenuto la notte del venerdì sera perchè la colonizzazione delle larve è iniziata la mattina del sabato”. Il riferimento è all’omicidio di due ragazzi francesi, che sarebbe avvenuto tre giorni prima quanto ufficializzato, il 6 settembre del 1985 e non il 9 settembre, e che potrebbe quindi far vacillare la posizione di Vanni, nel frattempo anche lui deceduto. Paolo Vanni, il nipote di Mario, vorrebbe che il processo venisse revisionato: “Mio zio era un docile – dice – un tenero, non avrebbe fatto male ad una mosca”. Secondo Valter Biscotti, altro avvocato di Vanni: “Quella sentenza è ingiusta, deve essere rivista, non dà giustizia alle vittime”.
MOSTRO DI FIRENZE, NEL BOSCO DEGLI SCOPETI DOVE VENNE UCCISA LA COPPIA FRANCESE
Quarto Grado ha quindi parlato con Fabiola Giusti, proprio l’entomologia consulente del nipote di Mario Vanni, che ha spiegato: “I corpi vennero scoperti – riferendosi sempre alla coppia francese uccisa nel 1985 – lunedì pomeriggio, 9 settembre, da un cercatore di funghi. Nadine era nella tenda canadese e Jean Michelle era scappato e fu ritrovato in dei cespugli”. Nel bosco degli Scopeti l’entomologia ha fatto un esperimento che ha portato alla riapertura del caso: “Furono massacrati, a Nadine fu asportato il seno sinistro e il pube, tipica modalità del mostro di Firenze”.
Sui due corpi furono larve che all’epoca non vennero analizzate ma nel corso degli anni l’entomologia ha fatto passi in avanti: “Le larve non potevano essere presenti con quelle tempistiche, dovevano esserci solo delle uova, invece lo stadio larvale è avanzato su Nadine. Quindi la colonizzazione degli insetti è iniziata la mattina del sabato, quindi per noi il delitto è avvenuto la notte fra venerdì e sabato”. E ancora: “Nel processo sul Mostro di Firenze viene detto che la tenda era un luogo chiuso e angusto, e la tenda raggiungere solo tre gradi in più rispetto all’ambiente esterno, un aumento irrisorio per la crescita larvale”. Ma c’è stata un’altra scoperta: “In una ferita di Nadine vi era la presenza di due esemplari di coleotteri, una specie particolare, che non arriva mai su un cadavere fresco, ma di media dopo 3 o 5 giorni”. Sarebbe questa la controprova che Nadine sarebbe stata uccisa prima della data di sentenza: ciò potrebbe scagionare Vanni?
MOSTRO DI FIRENZE, L’ENTEMOLOGA: “NUOVI ELEMENTI SPOSTANO LA DATA DEL DUPLICE OMICIDIO”
L’entomologia era presente anche un studio a Quarto Grado ed ha precisato che anche se non vi sia il cadavere, si può comunque analizzare la scena del crimine, ovviamente in caso di materiale fotografico adeguato: “Ci sono campioni entomologi in avanzato stato di sviluppo incompatibili con la data del processo. La scienza entomologica non veniva applicata nel 1985 per determinare l’epoca della morte, noi abbiamo fatto una disamina entomologica nuova, noi andiamo a prendere l’insetto più vecchio che troviamo sul cadavere. Io e il professor Vanin siamo stati anche cauti, dando un minimo tempo di crescita che è pari a 56 ore, ma su questa terra non è possibile che il delitto sia avvenuto fra domenica e lunedì e io alle 17:00 trovo quello stato avanzato di sviluppo, avrei dovuto trovare solo le uova. Sull’esperimento della tenda è la prima volta che è stato fatto, e l’aumento della temperatura è irrisorio”.
Il generale Garofalo, aggiunge: “Meno male che hanno fatto questo esperimento, l’entomologia era una scienza ignota all’epoca e lo è tutt’ora, bisognerebbe applicarla in maniera routinaria. Se la documentazione fotografica era esaustiva questo è un dato scientifico ed obiettivo quindi quanto di meglio per una revisione, è la novità che la revisione contempla”. Gli avvocati del nipote di Mario Vanni hanno depositato già i documenti per la richiesta di revisione del processo sul Mostro di Firenze, facendo riferimento anche a delle nuove testimonianze che all’epoca del duplice omicidio non vennero prese in considerazione. Secondo il nipote di Vanni il mostro di Firenze sarebbe un contadino che si nasconde nelle campagne della Sardegna: vedremo quello che accadrà, ma a questo punto sembra realmente possibile che il giallo del mostro di Firenze, a quasi 60 anni dal primo efferato duplice omicidio, viva un nuovo inatteso colpo di scena. Staremo a vedere cosa accadrà nelle prossime settimane.