La famiglia di Mario Vanni ha chiesto la revisione della sentenza di condanna all’ergastolo per il caso del Mostro di Firenze. L’istanza è stata depositata alla corte di appello di Genova, come comunicato dall’avvocato Valter Biscotti, che assiste il nipote del postino di San Casciano con l’avvocato Antonio Mazzeo. Vanni, morto nel 2009, fu condannato con Giancarlo Lotti nel processo bis per gli ultimi quattro duplici delitti. Ma lui ebbe l’ergastolo, mentre la pena per Lotti fu di 26 anni di carcere. Entrambe le condanne sono definitive, avendo superato anche lo scoglio della Cassazione.
Ora il caso rischia di riaprirsi, perché la corte di appello genovese deve esaminare la richiesta e, se dovesse accoglierla, potrebbe riaprire il caso dell’ultimo delitto attribuito al Mostro di Firenze, cioè quello di Jean-Michel Kraveichvili e Nadine Mauriot a Scopeti e risalente al 1985.
LO STUDIO SULLE LARVE E LE TESTIMONIANZE
La possibile svolta è legata a uno studio scientifico entomologico, quello delle larve sui cadaveri: dall’esame dei consulenti è emerso che la data potrebbe essere spostata a due giorni prima. Un particolare di non poco conto, visto che diverge dalla testimonianza chiave, quella di Lotti.
I legali fanno riferimento a testimonianze che non sono mai state prese in considerazione nel processo e che divergono appunto dalla versione dell’altro “compagno di merende” in merito alla sua presenza a Scopeti e sulla scena del secondo omicidio del Mostro di Firenze.
“MARIO VANNI NON È IL MOSTRO DI FIRENZE”
I due legali della famiglia di Mario Vanni sono consapevoli di aver intrapreso una strada complessa con la richiesta di revisione, d’altra parte sono convinti di aver “raccolto elementi di certezza a favore della nostra tesi“. Nella conferenza stampa organizzata da La Nazione, Mazzeo ha spiegato di essere in possesso di 4-5 elementi di prova inediti, su cui però non forniscono dettagli.
Per quanto riguarda Lotti, non era presente sulle due scene del crimine, ma il legale non si sofferma “per rispetto dei giudici“, limitandosi a dire che ci sono delle testimonianze che potrebbero fornire delle conferme in tal senso. Invece, il nipote di Vanni ha ricordato lo zio come “un uomo docile” e negato che possa essere lui il Mostro di Firenze, su cui comunque si è fatto un’idea: “Viveva un po’ più in là, forse è ancora vivo. Mio zio lo conosceva“.