Marchionne deve cominciare a preoccuparsi. Ma non per le emissioni di sostanze inquinanti delle auto Jeep e Ram che, secondo l’università del West Virginia, sono 20 volte superiori a quelle dichiarate e del tutto simili a quelle delle Volkswagen, forse anche perché il fornitore del software e delle centraline è in entrambi i casi la tedesca Bosch. Fca, al contrario del gruppo di Wolfsburg, non ha mai ammesso nulla e la vicenda, probabilmente, andrà per le lunghe nei tribunali. Forse finirà in una bolla di sapone, ma se anche avrà delle serie conseguenze è possibile che arrivino soltanto dopo la fine del 2018, quando Marchionne non sarà più al vertice del costruttore italoamericano.
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Quello che deve preoccupare molto il numero uno di Fca, scusate il gioco di parole, sono i numeri. Quelli di Alfa Romeo e in particolare quelli della Giulia. Diciannovemila berline vendute in un anno in Europa e circa tremila negli Usa, da aprile 2016 a maggio 2017. E 8 mila in tutto nei primi quattro mesi di quest’anno. Un po’ pochino per chi, come Marchionne, aveva predetto delle vendite globali per questo modello tra le 75 mila e 100 mila vetture l’anno. Un vero flop per tutti gli altri. Colpa della Cina, che è ancora troppo lontana o colpa della scelta di non avere, al contrario dei concorrenti tedeschi, una versione station wagon. Sta di fatto che i numeri veri di Giulia scompigliano i piani di Marchionne e mettono una pietra tombale, almeno per adesso, ai mirabolanti target di vendita del marchio.
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Addio alle 400 mila vetture pronosticate nel 2014 per il prossimo anno che dovevano salire a mezzo milione nel 2019. E addio agli obiettivi più realistici forniti di recente da Marchionne per quest’anno. Il ceo di Fca aveva parlato di 230 mila vetture commercializzate nel 2017 con i brand Alfa Romeo e Maserati. Considerando il target di 60 mila auto con il marchio del Tridente, Alfa dovrebbe vendere 170 mila vetture. Ma è una missione impossibile. Di Giulia abbiamo detto, Giulietta perde colpi, Mito, trainata dagli investimenti sul marchio, va un pochino meglio dello scorso anno e il Suv Stelvio è ancora in rampa di lancio. Per questo anche il più ottimista degli analisti parla al massimo di 120 mila vetture vendute alla fine del 2017, il 30% in meno del target ipotizzato.
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Jeep va bene, Fiat anche, le vendite in Europa e negli Stati Uniti reggono, ma i risultati di Alfa Romeo mettono in dubbio la validità della strategia premium di Fca. Sul marchio del biscione sono stati investiti, secondo gli analisti, dai 4 ai 5 miliardi di euro per riuscire a entrare nei segmenti delle auto di prestigio cha assicurano margini di guadagno più alti. Ma per ora Alfa ha fatto solo il solletico a Bmw, Mercedes e Audi che venderanno anche quest’anno più o meno un milione di auto ciascuna. Il break even è ancora lontano e i piazzali sono pieni di Giulia da vendere che, si dice, verranno piazzate scontatissime, solo ai noleggiatori per non rovinare da subito la politica commerciale del marchio. Intanto, a Cassino la produzione continua a ritmo ridotto e si punta forte sul suv Stelvio. Che potrebbe essere l’ultima spiaggia.