Lascerà davvero la musica, Lily Allen, dopo la battaglia (persa) sul file sharing? A chiederselo sono in molti, dopo che la cantante ha detto nei giorni scorsi che e che non ha progetti per fare un altro album. ”I giorni in cui facevo soldi con la musica registrata – ha scritto la Allen sul suo blog – sono finiti, così non farò soldi grazie alle misure del governo sullo scambio di file… eccetto quando comprerete in futuro mie vecchie cose, il che non sarà un granché”. Subito, a queste parole, è scattato l’allarme. Una precisazione è arrivata a stretto giro da un suo portavoce: Lily intendeva dire che “solo per il momento” lascia la musica, ha precisato. Cosa c’è nella testa creativa ed esuberante di Lily però ora nessuno lo sa. Vedremo.
Intanto però riepiloghiamo. Lily Allen si schiera a favore della politica del governo britannico, che vuole stabilire per legge – come in Francia – l’obbligo di disconnessione per i downloader impenitenti. Scaricare illegalmente viola il diritto d’autore, dice la cantante, e ne fa una battaglia contro la pirateria, nella quale schiera il suo blog improvvisato per l’occasione: It’s not alright, dove accusa colleghi progressisti sul file saring di danneggiare i diritti dei musicisti. E di recar danno all’industria del settore. So bene, aveva detto Allen, che “artisti di successo come Nick Mason dei Pink Floyd ed Ed O’Brien dei Radiohead la pensano diversamente. Loro hanno le più grandi collezioni di Ferrari ma per gli artisti emergenti il file sharing è un disastro”.
Non tutto però va per il verso giusto, perché i siti impegnati sul fronte della condivisione e della discussione sul copyright iniziano a scavare nel materiale di Lily e la caccia va a buon fine: trovano copie non autorizzate di interi post e di tracce musicali altrui, mixate senza avere alcun diritto… ma come, proprio Lily Allen ha violato il diritto d’autore?! Scuse della cantante, via il blog, e l’annuncio di non voler pensare, per ora, a un altro album. È la verità, quest’ultima, o solo una mossa mediatica? Lo sapremo presto.