Ha lasciato tutti senza fiato e senza parole il concerto di Vinicio Capossela al Vittoriale di D’Annunzio, prima ed unica data lacustre della tournée “Marinai, Profeti e Balene”, ultima doppia fatica dell’artista da cui prende il nome lo spettacolo.
L’arrembaggio Gardesano del vascello di Capitan Vinicio ha regalato tre ore intense di spettacolo tra dobloni, funi, catene, sirene, tentacoli e rhum da cambusa, rielaborando storia e leggenda in un viaggio onirico. Da sfondo un grande scheletro di balena che all’occorrenza si trasforma in vascello. “Come gesto d’annunziano non ci siamo levati due costole per autoerotismo, ma ne abbiamo portate quattordici semovibili per il viaggio”. Al fianco del capitano un gruppo di musicisti vestiti per l’occasione come filibustieri, stile pirati dei caraibi “La banda degli ammutinati da dio, la banda degli impiegati, dei marinai al tamburo da galera” come li chiama Capitan Vinicio, perfetto sostegno all’immaginaria e geniale visione di questa Marina Commedia come ama definirla l’artista, avvolta da tinte alla Achab da Moby Dick, capace di unire con sapienza musica, mitologia e teatralità.
Il suono della campana del porto annuncia l’inizia dello spettacolo con Il Grande Leviatano.
“Benvenuti in questa arca di Noè al contrario, dove sono saliti tutti quelli che non si sono presentati in coppia. Dal paradiso sono stati cacciati tutti ma dobbiamo restare vicini perché… se non c’è mai fine al peggio… allora nemmeno al meglio” dice il Capitan Vinicio Capossela alla sua ciurma ed aggiunge “Siete venuti al concerto di un cantante che credevate di conoscere… ma adesso siete in un mare di guai” ed affonda la prua del suo vascello nella musica de L’oceano Oilalà, le catene di Billy Bud, Lord Jim, I Fuochi Fatui, il luccichio de Le pleiadi, il Ciclope di Vinocolo ed i tentacoli del Polpo d’amor.
Una scaletta dominata in gran parte dalle canzoni dell’ultimo doppio album “Marinai, Profeti e Balene” uscita lo scorso 26 aprile e già passato agli onori del caso, con un piccolo omaggio a Bob Dylan con La nave sta arrivando, versione italiana di When the Ship Comes in del ’62. Il pubblico applaude ed acclama per tutta la sera il suo Capitano che da grande esperto di “navigazione”, mare e musica, conduce la sua numerosissimo ciurma del Vittoriale in un viaggio fantastico, onirico ed allo stesso tempo terreno.
Rientrata in porto la nave, Capitan Vinicio s’inginocchia e bacia il palco/terra e concede un tuffo nel passato e nei ricordi con alcuni dei suoi famosi successi come L’uomo vivo nel quale scende dal palco lanciando petali di rosa, un mash-up tra Che cos’e l’amor e La barca tornò sola di Renato Carosone con special guest d’eccezione le Sorelle Marinetti vestite da sirenette per l’occasione, oltre ad una trascinante Il Ballo di San Vito. La gente salta dalle sedie e balla la pizzica tutto il Vittoriale. Si uniscono il Ciclope e il Pelide ed e’ pizzica anche sul palco.
Capitan Vinicio catturato da una rete come un pesce esce di scena. Ma non finisce quì.
Acclamato dal pubblico torna, si siede solitario al pianoforte come se fosse tra amici ed inizia a raccontare aneddoti di vita sorseggiando una birra in bottiglia aggiungendo con ironia “Il 33 e’ una misura che va bene per il vinile” ed arrivano Le Sirene, la canzone che chiude il viaggio ed il concerto.
“Tutto e bene quel che non finisce mai” dice, e questo spettacolo di musica e teatro siamo sicuri non e’ la fine, ma una nuova tappa del percorso artistico di questo geniale, estrionico e visionario cantautore, scrittore e poeta di nome Vinicio Capossela.
Grazie Vinicio
(Angelo Oliva)
Giudizio: Ottimo
Ma non finisce quì…..
La nostra serata continua in compagnia di Vinicio Capossela che, con i suoi musicisti, c’invita a sorseggiare un buon vino nei camerini, pregandoci di non fare foto o domande da giornalisti. Noi come buoni amici accettiamo e ci tuffiamo in racconti e ricordi di vita vissuta… ma questa è un’altra storia.