Da vecchio orchestrale televisivo (non in manifestazioni così importanti) sono sempre molto sensibile agli arrangiamenti e alla performance dell’orchestra di Sanremo. Forse è il motivo più consistente che mi fa ancora perseverare nel guardare il Festival. Sia perchè rivedo tanti colleghi, sia perchè la performance dei musicisti impiegati è sempre di alto livello.
A detta di più di qualcuno, fra i cantanti che parlano molto più che cantare e il piattume di gran parte delle canzoni in “gara” – scusate le virgolette – uno dei particolari che ha attratto di più sono gli stacchetti orchestrali che fanno da introduzione-sottofondo all’ingresso degli artisti. Effettivamente – senza riuscire a riascoltarli tutti di nuovo, perchè il sito della Rai questo pomeriggio fa le bizze – anche andando a memoria ricordo dei pezzi da novanta del rock mondiale. Per citarne alcuni: Black Dog dei Led Zeppelin, More than a feeling dei Boston, Owner of a lonely heart, grande successo degli Yes nel 1985; e ancora, Hold the line dei Toto, per Dolcenera, You really got me dei Kinks/Van Halen per Noemi, la Hendrixiana Purple Haze per Emma, Springsteen e la sua Born in the USA per Finardi.
E poi Coldplay, Aerosmith e come l’elenco dei peccati quando ci si confessa, qualcuno non me lo ricordo. Un bel lavoro di scrittura, non c’è che dire, con l’orchestra usata secondo tutte le sue potenzialità, gran chitarre elettriche in primo piano, e il tutto suonato con grande vigore. Ma, piccolo particolare, registrato in anticipo, non suonato in diretta sull’uscita del cantante. È anche ovvio, per chi ha un po’ di pratica dei tempi televisivi: bisogna cambiare strumento, preparare la parte sul leggio, magari dare anche un’accordatina… Però la realtà è quella: musica pre-registrata per gli stacchetti.
Oltre a un’altra, stavolta più consistente, perplessità: la poca o nulla assonanza fra i brani scelti e gli artisti, tanto che mi piacerebbe chiedere (e sapere) con quale criterio sono stati scelti.
In ogni caso una bella rassegna di hit, pressochè tutti provenienti dal mondo del rock, che con Sanremo c’entra però come un punk alla Scala. Vedremo cosa succederà negli episodi a venire. E onore ai musicisti veri.