Abbiamo rischiato grosso tutti quanti senza saperlo. Almeno una volta all’anno, quando abbiamo dedicato la canzoncina universalmente nota Tanti auguri a te al festeggiato di turno, con la Warner che poteva tenderci un agguato. Di fatto, ogni volta che si esegue un brano regolarmente registrato dagli autori sia in pubblico o anche in privato andrebbe infatti pagato il permesso di utilizzo. La Siae, la società italiana dei diritti d’autore infatti tutela ogni brano coperto da copyright, non solo quando passa alla radio o in televisione, ma ogni volta che viene eseguito, sia anche per beneficenza o festa privata. Fortunatamente nel caso di Happy birthday to you non è mai successo, ma sta di fatto che per quanto riguarda comunque il pagamento dei dritti questa è la canzone che ha fruttato di più ai proprietari, la casa editrice musicale americana Warner Chappel. Si stima abbia incassato infatti nel corso degli anni circa 50 milioni di dollari, battendo così Beatles e Michael Jackson per dirne due. Tutt’oggi frutta circa due milioni di dollari all’anno, ma adesso la pacchia dovrebbe essere finita. Una sentenza che segue un caso aperto da un paio di anni ha infatti decretato che nessuno è proprietario del brano in questione ed è dunque di dominio pubblico come si dice. La storia della canzone è antichissima, sarebbe stata composta infatti nel 1893 da due sorelle americane, Patty e Mildred Hill che, di professione maestre, la cantavano tute le mattine all’ingresso a scuola delle loro alunne. Aveva anche un altro titolo: Good morning to all, buona mattinata a tutti. Nello stesso anno la melodia e il testo originale vennero pubblicati nel libro Song stories for the kindergarten, storie canzone per l’asilo, pubblicato dalla casa editrice Clayton Summy Company. I diritti del brano vennero ceduti sempre nel 1893 alla stessa azienda con l’accordo del 10% di incasso riservato alle due maestre. Non è chiaro quando il brano divenne Tanti auguri a te, ma nel 1924 il brano uscì con questo titolo e queste parole in un libro di tale Robert Coleman. Chi l’aveva cambiata facendola diventare la canzone del compleanno? Nessuno lo sa, il mistero è ancora aperto. Fu così che la terza sorella della famiglia Hill, Jessica fece partire la prima causa ottenendo che l’edizione successiva del libro nel 1935 citasse come autrici di Tanti auguri a te le due maestrine. La Summy Company passò invece alla Birch Tree Ltd che a sua volta nel 1998 venne acquistata dalla Warner per 25 milioni di dollari compresi i diritti del brano. Soldi ben presto recuperati ma a questo punto della storia salta fuori una regista, Jennifer Nelson che vuole girare un documentario su Happy Birthday: si rifiuta di pagare i diritti di concessione del brano perché sostiene che sia di dominio pubblico. Il caso finisce subito in tribunale. Durante il processo si scopre che i dritti di autore sono scaduti in realtà nel 1963, ma la Warner se li fa pagare lo stesso da chiunque la passi in radio, tv o in un film. Perché? Perché, dicono gli avvocati, nessuno si è mai presentato chiedendo di farseli pagare. Semplice no? Adesso la sentenza: Happy birthday to you è realmente di dominio pubblico, tutti la possono usare senza pagare niente. La regista aveva alzato il prezzo per: voleva che la Warner restituisse tutti i soldi guadagnati tra il 1998 e il 2015. Tanti auguri a te, cara regista…