Una lunga storia dietro le spalle il gruppo salentino continua ad omaggiare la tradizione della sua terra aggiugnendo elementi di modernità. Il nuovo disco. di WALTER MUTO
Perché in questi tempi di musica liquida ha ancora senso parlare di folk? La tradizione ha ancora un senso? O è un retaggio del passato che oggi non serve più, o peggio ancora ingombra?
Le domande si affastellano ascoltando Canzoniere, il nuovo album del Canzoniere Grecanico Salentino, che appare come una risposta con le radici ben piantate nella terra, nel passato, nella storia, e i frutti proiettati verso il futuro.
Questa formazione è una delle più longeve fra quelle provenienti dalla musica tradizionale salentina, pizzica o taranta che chiamarla si voglia (ma che in realtà è molto di più). Genere da circa un decennio annoverato a buon diritto fra le esperienze di World Music – da noi musica etnica, o più semplicemente folk – proveniente dalle tradizioni popolari e, nel caso del Salento, divenuta fenomeno internazionale anche grazie alle varie edizioni della Notte della Taranta, manifestazione che a fine agosto convoglia una serie di ospiti stranieri che si mescolano a realtà locali.
In più questa produzione – uscita lo scorso 27 ottobre per l’etichetta Ponderosa – oltre al nucleo originale annovera fra i collaboratori di spicco il produttore Joe Mardin che ha interfacciato suoni e melodie locali con un suono moderno e molto curato. Le basi dei pezzi più animati sono i tamburi a cornice, con e senza sonagli, vero e proprio marchio di fabbrica della pizzica salentina; ma a volte le ritmiche si fondono con altri suoni percussivi, le voci vengono tagliate e rese loop su cui costruire il pezzo; gli strumenti tradizionali – zampogne, flauti, chitarre acustiche e vari strumenti a plettro – si accompagnano a strumenti elettrici, e in qualche caso anche a strumenti classici, come nel caso dell’ospitata del violoncellista Marco Decimo.
Ed anche i temi hanno una qualche attinenza con il presente: accanto a ballate d’amore (“Tienime” e “Sempre cu mie”) si trova ad esempio la storia de “Lu giustacofane”, il personaggio che girava per i paesi ad aggiustare le cose rotte, figura emblema del tentativo di custodire e proteggere la propria comunità dagli attacchi della vita, in un’era in cui si butta via tutto senza aggiustarlo.
Ma possiamo trovare anche brani dalla strofa più intima e dal ritornello travolgente, come accade in “Moi”, intrecciato com’è in un 3 contro 2 ritmico, ma anche con suoni elettronici e basso synth. Oppure brani sui quali non si può stare fermi come “Pizzica de sira”, per la verità unico brano tradizionale in mezzo ad undici composizioni originali del gruppo; i tamburelli creano il caratteristico drive, organetto, armonica a bocca e voci fanno il resto in questa danza sfrenata e irresistibile. Fra le altre, una menzione particolare per “Aiora”, cantata in Griko, l’antico dialetto derivato dal greco che accomuna una decina di paesi salentini della zona denominata per l’appunto Grecìa. Un brano scuro, nella cui introduzione le note del violoncello del già citato ospite Marco Decimo si mescolano con quelle della chitarra elettrica dell’altro ospite Justin Adams, già chitarrista di Robert Plant, e alla drammaticità della voce di Alessia Tondo. Le altre scopritele voi ascoltandole, in un viaggio affascinante.
Noi però dobbiamo per lo meno nominare gli altri membri storici del gruppo, a partire da Mauro Durante – leader della formazione dal 2007 – che è anche autore dei pezzi in collaborazione con altri musicisti italiani ed internazionali. Ricordiamo poi Emanuele Licci a voce, chitarra e bouzouki; Giulio Bianco a zampogna, basso, armonica, flauti e fiati popolari; Massimiliano Morabito suona l’organetto; Giancarlo Paglialunga è voce e tamburello e Silvia Perrone si prepara alla danza. Sì, perché a 42 anni dall’esordio il Canzoniere Grecanico Salentino è pronto ad intraprendere un nuovo tour che partendo da Lecce il 16 e 17 novembre toccherà Parigi e Berlino, poi alcune città italiane per arrivare poi a quattro date in Estonia e concludere con Milano e Londra. Buon viaggio Canzoniere, al cuore della musica, vero fattore che accomuna i popoli, perché accomuna i cuori.