E vissero felici e contenti. Dal Cavallo di Troia (che poi secondo le ultime scoperte sulla traduzione operata pare fosse una nave e non un cavallo) scesero in realtà simpatici cittadini greci addobbati a festa e offrirono fiori e dolci agli abitanti di Troia, i cui cittadini non vennero massacrati e la città non venne rasa al suolo. Madame Butterfly in realtà non si è mai suicidata ed è convolata felicemente a nozze con il crudele Pinkerton trasferendosi felicemente negli Stati Uniti dove hanno messo su una bella famigliola in una suite all’ultimo piano della Trump Tower. Anna Karenina non si butta sotto il treno, ma salita al posto del conducente lo porta verso i trionfi della Russia stalinista. O, come ha brillantemente scritto qualcuno su twitter, “Anna Karenina si butta ma il treno aveva 128 minuti di ritardo. Se la cava con due lividi al braccio, rinsavisce e parte per le Antille”. O anche: “Beatrice perde la pazienza e fa sapere a Dante che lei non è una santa e angelica creatura, semplicemente non è interessata a lui”. Questo è il futuro del mondo dello spettacolo e della letteratura secondo il sindaco di Firenze Dario Nardella, purtroppo anche presidente del festival del Maggio Fiorentino. Con grande spirito solidale e ultrabuonista ha difeso la decisione del regista Leo Muscato che ha stravolto il finale della Carmen di Bizet: la pistola si inceppa e la protagonista non viene ucciso come prevede l’opera. Quando il pubblico presente ha visto il finale patetico è scoppiato in fischi.
IL PUNTO DI DARIO NARDELLA SULL’OPERA DI BIZET
Per Nardella, l’opera di Bizet è “femminicida” e il finale è giusto cambiarlo: “Come presidente del Maggio musicale – ha spiegato su Twitter – sostengo la decisione di cambiare il finale di Carmen, che non muore. Messaggio culturale, sociale ed etico che denuncia la violenza sulle donne, in aumento in Italia”. Pura idiozia, offesa di stampo fascista alle opere d’arte, che è criminale permettersi di cambiare quello che un artista ha creato, per quanto possa risultare fastidioso, incapacità di guardare alla vita nella realtà e nella rappresentazione che di essa ne fa l’arte. Il tutto per una manciata di voti in più, spera Nardella, ma che invece gli si rivolterà contro, facendogliene perdere di più. Perché in qualità di sindaco non interviene invece nel sociale, aumentando le difese nei confronti delle donne, impegnandosi a un cambiamento educativo e culturale che ponga fine alla violenza contro le donne? Probabilmente troppo faticoso, meglio atteggiamenti populisti di questo tipo che pongono precedenti pericolosi: mai nessuno deve permettersi di stravolgere un’opera d’arte. Poi si sa che gli uomini violenti hanno sempre preso esempio dalle opere musicali per le loro violenze…