Calcutta ieri sera ha suonato allo stadio Francioni di Latina. Il 6 agosto invece, sarà all’Arena di Verona: “L’ansia c’è, soprattutto per quel che riguarda la realizzazione. Sto lavorando sulla parte scenografica e video. È l’organizzazione che mi mette irrequietudine: ho preso dalla mia mamma che quando organizzava uno spettacolo teatrale era così, come me. Certo, mettere in piedi live come questi e poi vederli vivere mi emoziona… “, ha raccontato Edoardo D’Erme (questo il suo vero nome). Con appena due dischi all’attivo è riuscito a conquistare l’Arena. Il suo secondo lavoro, “Evergreen”, possiede titoli rivoluzionari. Paracetamolo, Orgasmo, Pesto, Rai, Hubner, Kiwi, Saliva, Dateo, Nuda nudissima. Titoli che fanno divertire e incantano. Il 29enne quindi, intervistato per il Fattoquotidiano.it, ha voluto raccontare le sue emozioni a caldo. Dopo queste due date esiste, ha anche annunciato il suo primo importante tour in carriera: fra gennaio e febbraio 2019 e toccherà città come Milano e Roma.
Calcutta pronto per l’Arena di Verona
“Mi dà molto fastidio quando leggo “Calcutta è riluttante al successo” perché non lo sono affatto. Semplicemente, non immaginavo che per campare di musica bisognasse fare l’Arena o lo stadio di Latina. Pensavo di poter scegliere altre vie…”, racconta Calcutta intervistato per il Fatto. “Non sto facendo gli stadi – precisa – come qualcuno ha scritto, sarebbe sensazionalista dirlo: ne sto facendo uno. Quello che è certo, è che non mi sarei mai aspettato due date così, dopo solo due dischi. Io vengo da un mondo musicale dove si mira a “piazzare bandierine” nei piccoli posti, “di 50 euro in 50 euro”. Il cantautore di Latina svela anche di amare scrivere per gli altri: “Mi piace scrivere con Francesca Michielin per esempio. È una questione di potenziale: lei sa come interpretare quello che scrivo. Amo vedere nascere le cose: io sono uno da studio, sono un pigro”. “Mettere in piedi una cosa così e poi vederla vivere mi emoziona e sento che sto crescendo anche professionalmente”, conclude.